Assegno di invalidità Inps: riduzione a un terzo, requisiti e quando scatta

Pubblicato il 28 Agosto 2019 alle 12:07 Autore: Guglielmo Sano

L’assegno di invalidità viene erogato mensilmente dall’Inps a quei cittadini affetti da patologie che ne riducono la capacità lavorativa

Assegno di invalidità Inps: riduzione a un terzo, requisiti e quando scatta

L’assegno di invalidità Inps spetta a lavoratori dipendenti, autonomi, commercianti, ai coltivatori diretti così come agli iscritti ad alcuni fondi pensione sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria che rispettano alcuni determinati requisiti.

Assegno di invalidità Inps: chi può ottenerlo?

L’assegno di invalidità viene erogato mensilmente dall’Inps a quei cittadini affetti da patologie – acquisite o congenite – che ne riducono la capacità lavorativa. Nello specifico, è erogato ai lavoratori le cui capacità lavorative risultino ridotte in modo permanente a meno di un terzo: cioè a chi ha un’invalidità certificata con una percentuale superiore al 66%. Detto ciò, permettono di accedere all’agevolazione soltanto alcune malattie invalidanti: tra queste, tanto per fornire un elenco molto sintetico, diverse patologie cardiovascolari, tubercolosi e pneumonectomia, certe patologie che colpiscono la tiroide, così come Diabete, Alzheimer, Epilessia.

Due prerequisiti fondamentali

Tuttavia, al di là della patologia certificata, causa della riduzione a meno di un terzo della capacità lavorativa, per poter ricevere il trattamento bisognerà avere un minimo di 260 contributi settimanali (5 anni di contribuzione) di questi almeno 156 contributi settimanali (3 anni di contribuzione) nel quinquennio precedente alla presentazione della domanda. Nel conteggio possono essere considerati anche i periodi di congedo parentale, di lavoro all’estero (in alcuni Paesi, però), di servizio militare, di malattia e di iscrizione a forme previdenziali diverse dall’AGO.

Importo ed eventuali riduzioni

Assegno di invalidità Inps – Per calcolare l’importo bisogna utilizzare gli stessi criteri utilizzati per il calcolo della pensione diretta: dunque, metodo retributivo fino al 31 dicembre 2011 e contributivo dal primo gennaio 2012 per chi ha almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, metodo retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo dal primo gennaio 1996 per chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Invece, per chi non ha versato nulla al 31 dicembre 1995 il calcolo avviene solo con metodo contributivo. Da ricordare che l’erogazione dell’assegno è compatibile con lo svolgimento di un’attività professionale. L’assegno è ridotto del 25% se il reddito è 4 volte superiore al trattamento pensionistico minimo (26.676,52 euro), l’assegno subisce una riduzione del 50% se il reddito è 5 volte superiore al trattamento minimo annuo di pensione (33.345,65 euro).

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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