Recupero contributi Inps scuola 2019: come fare la domanda

Pubblicato il 4 Settembre 2019 alle 13:30 Autore: Guglielmo Sano

Contributi Inps mancanti o erroneamente riportati? Per correggere l’estratto conto contributivo andrà attivata la RVPA: come fare?

Recupero contributi Inps scuola 2019: come fare la domanda

Gli insegnanti, come può capitare a molti altri lavoratori d’altronde, avvicinandosi alla pensione controllano il proprio estratto conto contributivo e si accorgono di come manchino alcuni periodi. A chi rivolgersi e cosa fare nello specifico?

Contributi Inps: attivazione della RVPA

Nel caso in cui si constati qualche tipo di anomalia nel proprio estratto conto contributivo, cioè un “buco” nella contribuzione versata nelle gestioni previdenziali relative al servizio, è fondamentale attivare una procedura di verifica da parte dell’Inps.

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Si tratta della RVPA, tradotto Richiesta variazione posizione assicurativa: basta recarsi nell’apposita sezione presente sul sito dell’Inps – è possibile anche rivolgersi a un patronato o al contact center Inps – perché l’ente istruisca un approfondimento in merito a eventuali errori e mancanze nell’estratto conto contributivo del lavoratore.

D’altra parte, l’estratto conto contributivo è uno strumento informativo a disposizione degli amministrati, ciò per dire che se ne può richiedere la modifica, quindi, la cancellazione e l’inserimento di dati relativi a un periodo di servizio anche figurativo. Aiuterà a districare la situazione munirsi di una documentazione quanto più approfondita possibile: lo stato di servizio, per esempio, i cedolini dello stipendio del periodo mancante o erroneamente riportato e la Certificazione Unica riguardante lo stesso.

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E se i contributi vanno in prescrizione?

Il primo gennaio 2019 sono caduti in prescrizione i contributi previdenziali dei dipendenti pubblici accreditati presso l’ex Inpdap; proprio dopo il passaggio tra Inpdap e Inps molti lavoratori si sono ritrovati con dei “buchi” contributivi. Tuttavia, già la scorsa estate l’Inps chiariva che i dipendenti pubblici non avrebbero perso neanche un contributo anche qualora fosse scattata la prescrizione (in generale si hanno 5 anni di tempo per mettersi al passo con i versamenti): l’ente, infatti, precisava come toccasse all’amministrazione di riferimento farsi carico del trattamento di quiescenza rispetto ai periodi mancanti come da estratto conto.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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