Conto corrente svuotato dopo truffa telematica: Poste Italiane condannata

Pubblicato il 21 Ottobre 2019 alle 13:00 Autore: Daniele Sforza

Un utente si vede il conto corrente postale svuotato dopo una truffa di phishing. Parte una causa e Poste Italiane è costretta a rimborsare il cliente.

Conto corrente svuotato dopo truffa telematica
Conto corrente svuotato dopo truffa telematica: Poste Italiane condannata

Un cliente di Poste Italiane aveva aperto un conto BancoPosta online. Un giorno, controllando sul suo conto corrente, lo ritrova svuotato. Recandosi presso gli uffici di Poste per chiedere informazioni, scopre di essere finito vittima di una truffa di phishing. Dei malfattori gli avevano inviato una mail che conteneva un link a una pagina clone del sito di Poste Italiane, nella quale si richiedeva di inserire le proprie credenziali di accesso al conto per un malfunzionamento/anomalia da risolvere. L’utente, fidandosi, aveva acconsentito, salvo poi scoprire che in realtà era stato truffato per un totale di 15 mila euro.

Conto corrente svuotato da truffa phishing: causa contro Poste Italiane

L’uomo non è rimasto soddisfatto dei chiarimenti di Poste Italiane, anche perché ha chiarito che, pur accedendo al sito, non ha eseguito operazioni e non ha nemmeno digitato i codici dispositivi. Pertanto ha deciso di agire per vie legali. Poste Italiane si è costituita in giudizio, contestando la propria responsabilità e adducendola ai truffatori e alla scarsa avvedutezza del correntista. Facendo inoltre leva anche su una clausola contrattuale che di fatto conferiva tutte le responsabilità dell’utilizzo degli strumenti operativi informatici e dei flussi elettronici al correntista, che veniva anche messo in avviso del divieto di fornire le proprie credenziali oltre a essere messo in allerta da messaggi sulle truffe telematiche in atto. E proprio su questo fronte è stato decisivo il giudice di pace, che in un primo momento ha assolto la società.

Poste Italiane condannata al risarcimento

In seguito l’uomo, assistito dall’avvocato Andrea Bellachioma, ha perseguito nella sua causa contro Poste Italiane. Tant’è che alla fine il tribunale di Lecce ha emesso una sentenza molto importante, perché può valere da precedente rilevante per la società. Infatti, il giudice civile ha ritenuto Poste responsabile dell’accaduto, in quanto la società è tenuta ad assicurare la sicurezza dei dati personali dei propri clienti, sicurezza invece non garantita anche dal sistema utilizzato all’epoca. Il tribunale di Lecce ha dunque stabilito per Poste Italiane l’obbligo di rimborsare il cliente dei soldi sottratti, con tanto di interessi e spese legali.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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