Francia, dopo le presidenziali le legislative

Pubblicato il 4 Maggio 2012 alle 11:46 Autore: Matteo Patané

In Francia si voterà nel mese di giugno (10 giugno il primo turno, 17 l’eventuale ballottaggio) per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale; ad oggi questa Camera del Parlamento è composta da 577 deputati, eletti con un sistema maggioritario a doppio turno che presenta alcune interessanti peculiarità. Viene infatti eletto al primo turno il candidato che ottiene il 50% più uno dei voti espressi con un’affluenza di almeno il 25%. Se nessun candidato ottiene un simile risultato, sono ammessi al secondo turno i candidati che ottengono almeno il 12,5% dei voti, calcolati sul totale degli elettori e non dei votanti; se un solo candidato o nessun candidato rispetta simili condizioni, sono ammessi al ballottaggio i due candidati che hanno ottenuto più voti. Al secondo turno, semplicemente, viene eletto chi ottiene il maggior numero di voti.
Contrariamente a quanto avviene alle elezioni amministrative italiane, e a quanto avviene nelle stesse elezioni presidenziali francesi, è quindi possibile al secondo turno avere scontri tra più contendenti.

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Confronto legislative 2007 – presidenziali 2007 (1° turno)

Come mostra il grafico riportato, il mese circa di distanza che intercorse nel 2007 tra le elezioni presidenziali e quelle legislative non alterò in maniera significativa l’orientamento dei votanti, portando l’UMP di Sarkozy ad aggiudicarsi 313 seggi. Assieme agli alleati, la maggioranza a sostegno del Presidente contava 345 voti su 577 (59,79%).
Almeno per quanto riguarda il primo turno elettorale, sono due le principali divergenze tra le elezioni legislative e quelle presidenziali, i fattori che possono rendere complesso tentare di proiettare senza colpo ferire l’esito delle elezioni per l’Eliseo su quello delle elezioni per l’Assemblea Nazionale.
Il primo, naturalmente, è la differente ripartizione geografica delle circoscrizioni. Dal momento che l’elezione si basa su un maggioritario uninominale, è stato necessario dividere il territorio francese in 577 circoscrizioni; esse di fatto si ritrovano ad essere suddivisioni amministrative dei départements, e ad evidenziare quindi tendenze politiche con una localizzazione intermedia tra quella provinciale e quella comunale (fanno eccezione le grandi aree urbane di Parigi, Lione, Lilla e Marsiglia, in cui le circoscrizioni sono a loro volta frazionamenti del territorio comunale). Il risultato di un dipartimento, quindi, che altro non è che la media ponderata di quelli dei singoli seggi che lo compongono, viene frazionato geograficamente in componenti di minore dimensione, che pur rispettando nel loro complesso l’andamento generale svelano ciascuno tendenze e peculiarità autonome.
Il secondo, ma non meno importante, motivo riguarda invece la variabilità introdotta dalla percezione del candidato locale. In un’elezione di questo genere si attenuano gli effetti del carisma e delle idee del candidato nazionale alla presidenza – tendenzialmente omogenei sul territorio nazionale – per far spazio a centinaia di repliche di simili effetti su piccola scala, ciascuno indipendente dagli altri e quindi in grado di introdurre fattori correttivi anche differenti tra loro rispetto al voto per le presidenziali.

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Deviazione standard voti
legislative 2007 – presidenziali 2007 (1° turno)

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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