Omicidio a Bazzano: uccide un uomo sparando dalla finestra della tenuta

Pubblicato il 7 Dicembre 2019 alle 19:40 Autore: Sabrina Conigliaro

Omicidio a Bazzano: il custode della villa, allarmato dai rumori, spara alla cieca uccidendo un giovane che aveva provato a fare irruzione nella sua villa.

Omicidio a Bazzano: uccide un uomo sparando dalla finestra della tenuta

Giovedì 5 dicembre un ragazzo tra i 20 e i 25 anni viene ucciso con un colpo d’arma da fuoco dal custode della tenuta in cui il ragazzo aveva provato a fare irruzione.

Stefano Natalini, custode 68enne di Villa Gessa a Bazzano (Bologna), preoccupato dai rumori provenienti dall’esterno e sentendo minacciata la sicurezza sua e di sua moglie, unici all’interno della villa padronale, decide di sparare alla cieca colpendo in maniera fatale il giovane.

L’episodio si è svolto tra le 4 e le 5 del mattino, l’allarme alla centrale operativa del 112 è scattato alle 5.10. È stata proprio la moglie dell’uomo a chiamare il numero d’emergenza dopo che, uscendo, hanno ritrovato il corpo esanime del ragazzo.

La ricostruzione dei fatti sull’omicidio a Bazzano

Il custode 68enne, unico indagato per l’omicidio a Bazzano, deteneva regolarmente delle armi e ha sparato cinque colpi, con un revolver calibro 38. Stefano Natalini avrebbe prima sentito il rumore di un cancelletto esterno, poi avvertito qualcuno che, tentando di aprire la porta, cercava di entrare nella sua abitazione. A quel punto, spaventato, avrebbe sparato in due momenti: si sarebbe spostato dalla finestra sulla facciata principale, che guarda sulla strada, a quella più piccola che affaccia sui campi. Uno dei cinque colpi esplosi ha colpito il ragazzo sotto la scapola ferendolo mortalmente. Non c’è foro d’uscita: l’ogiva è rimasta bloccata nella gabbia toracica. Il ragazzo è morto sul colpo, cadendo davanti a un cumulo di rifiuti edili, a venti metri dalla finestra da cui sono stati esplosi alcuni dei colpi.

La vittima era in compagnia di alcuni complici

Le generalità dell’uomo sono ancora ignote, essendo stato ritrovato sprovvisto di documenti e ancora nessuno ha reclamato il corpo del ragazzo sconosciuto. L’impronta digitale, repertata dai carabinieri, che potrebbe aiutare a dare un nome al ventenne ucciso, non figura sulle banche dati.

I carabinieri della compagnia di Borgo Panigale e del Nucleo investigativo, che stanno indagando sull’omicidio, coordinati dalla PM Manuela Cavallo, hanno chiesto la collaborazione delle polizie dei paesi dell’Est, europee e non, per verificare la possibile presenza delle impronte nelle loro banche dati.

Certo è che il ragazzo non fosse solo e che, insieme ad altri quattro complici, abbia messo a segno cinque furti tra l’una e le 5 del mattino. Ulteriori prove arrivano dal titolare di un’azienda, accanto alla dimora storica, che ha riferito ai militari di aver visto, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza installate a guardia della sua impresa, un gruppo di persone aggirarsi nella notte tra i campi. Si continua a investigare anche per capire chi siano gli altri complici che, con lui, hanno messo a segno i cinque furti nella notte.

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Omicidio a Bazzano: Natalini accusato di omicidio preterintenzionale

Stefano Natalini è stato accusato di omicidio preterintenzionale e non di omicidio volontario, dopo che, con la moglie, è stato accompagnato in caserma a Bologna ed è stato interrogato per due ore e mezzo. Durante l’interrogatorio ha detto al magistrato “Se avessi voluto colpirli avrei sparato verso il basso, invece ho mirato verso la campagna, nel buio”.

Secondo Donati, l’avvocato di Stefano Natalini, il suo assistito sarebbe umanamente provato dall’aver spezzato una vita umana più che essere preoccupato per le conseguenze penali che rischia. L’avvocato riferisce che il custode ha sparato verso la campagna, in un punto dove non c’erano luci e non c’erano torce, senza intenzione di uccidere. Nei dintorni dell’abitazione, un consulente balistico, nominato dalla Procura, ha eseguito i rilievi per determinare le traiettorie dei cinque colpi e capire se si tratti di un colpo diretto o di rimbalzo.

La residenza è sotto sequestro e il sessantottenne e la moglie non possono rientrare finché tutti gli accertamenti necessari a chiarire la dinamica dell’omicidio non saranno sviscerati. Secondo l’avvocato l’accusa al suo assistito è solo temporanea. Tutto si giocherà sulla balistica: capire, cioè, in che direzione è stato esploso il colpo fatale per il ragazzo; in modo da chiarire se si possa parlare o meno di legittima difesa.

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L'autore: Sabrina Conigliaro