Reato abbandono anziani: quando scatta, come funziona e sanzioni

Pubblicato il 10 Dicembre 2019 alle 16:10 Autore: Claudio Garau

Reato abbandono anziani: di che si tratta, quando scatta e quali sono le sanzioni previste. Chi è che rischia di essere incriminato?

Reato abbandono anziani quando scatta, come funziona e sanzioni
Reato abbandono anziani: quando scatta, come funziona e sanzioni

Basta leggere le notizie di cronaca per rendersi conto che il reato di abbandono anziani, pur assai discutibile sul piano etico, è quanto mai diffuso. Vediamo allora quali sono i suoi esatti contorni, quando scatta e quali conseguenze comporta.

Se ti interessa saperne di più sul reato di abbandono rifiuti in strada, pene e cosa effettivamente si rischia, clicca qui.

Reato abbandono anziani: quando scatta?

Quello di non abbandonare persone anziane, come ad esempio i propri genitori non più autosufficienti e non in grado di badare a se stessi, è un dovere giuridico – prima che morale – di figli e nipoti. Infatti, il Codice Penale – all’art. 591 – sanziona l’abbandono di persone incapaci, e tra esse ovviamente vanno ricompresi anche gli anziani incapaci ormai di provvedere a se stessi.

Due i tratti distintivi del reato di abbandono anziani:

  • non si tratta mai di abbandono dal punto di vista affettivo, atteso che sarebbe anche difficilmente valutabile o dimostrabile da un punto di vista oggettivo
  • si tratta invece sempre di abbandono che ha luogo in presenza di uno stato di necessità fisica o di non autosufficienza dell’anziano, per problemi di salute e/o di tipo economico.

Nelle circostanze in cui è integrato un caso di abbandono, allora la denuncia da parte del terzo, ovvero del vicino di casa, dell’amico o conoscente o, ancora, dei parenti di grado più lontano, diventa pienamente ammissibile e legittima.

Il testo dell’articolo e la finalità del legislatore

D’altra parte il testo del summenzionato articolo, non lascia dubbi: “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere la cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni“. Per quanto attiene alla finalità perseguita dal legislatore, gli osservatori ritengono che la norma è stata così redatta allo scopo di tutelare il bene della vita e dell’incolumità fisica dei cosiddetti soggetti deboli. Altri autori invece, sostengono che la tutela in esame abbia ad oggetto l’osservanza ed il rispetto di generali obblighi umani e assistenziali.

Inoltre, dal dettato dell’articolo risulta che la sanzione, nel caso in cui a seguito di procedimento penale venga accertato il reato di abbandono anziani, è piuttosto pesante, corrispondendo alla reclusione in carcere.

La rilevanza della prova dell’abbandono e i possibili autori del reato

Per quanto attiene l’effettiva sussistenza del reato abbandono anziani, la condizione di incapacità deve essere provata caso per caso. Infatti può ben succedere che una persona molto anziana, abbia comunque le risorse economiche per farsi assistere da badanti o assistenti domestici. In ogni caso, perché rilevi il fatto dell’abbandono, va provato che l’anziano non è in grado di provvedere a se stesso. Ma chi effettivamente potrebbe essere incolpato di questo reato?

Se ti interessa saperne di più sul caso dell’abbandono del tetto coniugale, addebito separazione e figli minorenni, clicca qui.

Il Codice Penale indica come possibili autori del reato coloro che hanno cura o custodia dell’anziano. Per “cura” si deve intendere un rapporto di natura giuridica prodotto, ad esempio, da un contratto o dalle legge (tipico il caso del tutore). La “custodia” invece fa riferimento a tutte le ipotesi in cui è in gioco un rapporto di fatto (tipico il caso della moglie o del marito convivente con il coniuge non autosufficiente). Al fine di condannare qualcuno per il reato abbandono anziani è allora necessario l’accertamento di un comportamento in contrasto con l’obbligo giuridico di cura o di custodia, da cui derivi uno acclarato stato di pericolo (anche soltanto potenziale) per la vita o l’incolumità dell’anziano stesso. In conclusione, va rimarcato che l’autore del reato non può che essere colui che garantisce per l’anziano, ovvero colui che si è impegnato ad occuparsi di lui o su cui comunque grava l’onere. Pertanto non risponde di tale reato, il figlio o il nipote che si è fatto un vita a centinaia di km di distanza o all’estero, oppure un qualsiasi parente lontano.

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
Tutti gli articoli di Claudio Garau →