Quella colonna consumata a palazzo Ducale che nessuno vede

Pubblicato il 9 Gennaio 2020 alle 14:39 Autore: Nicolò Zuliani
Quella colonna consumata a palazzo Ducale che nessuno vede

Venezia – Guardando palazzo Ducale ci sono due dettagli che ai molti turisti passano inosservati. Il primo è sulla facciata rivolta a piazza San Marco. Al secondo piano ci sono due colonne in marmo rosa, diverse dalle altre. Può sembrare un vezzo estetico, ma ai tempi della Serenissima fu lo stesso Doge a raccomandarsene; era tra quelle colonne che venivano lette le sentenze capitali e, nel caso, venivano eseguite immediatamente. A sinistra c’è l’orologio dei Due mori, perché i condannati dovevano sempre vedere e sapere l’ora del loro trapasso.

La Serenissima aveva un codice molto stretto sul tipo di esecuzioni rapportate al reato e nelle cronache dell’epoca ci sono molte poche eccezioni. La morte, insomma, non era il male peggiore. Tra tutti i crimini quello considerato più infame era il tradimento o lo spionaggio ai danni di Venezia. Chi si macchiava di un crimine del genere veniva squartato tra Marco e Todaro (le due statue che vedete rivolte al bacino San Marco) dopo un lungo supplizio che lo conduceva per le calli in balia del popolo. Se era fortunato, arrivava già morto. In caso contrario lo legavano tra quattro cavalli.

Soprattutto, spie e traditori non avevano il beneficio dell’ultimo giro, detto anche il giudizio di San Marco. E qui bisogna andare a vedere l’altra facciata di palazzo Ducale, che si affaccia sul bacino. Per molti secoli l’acqua arrivava a lambire le colonne, e la quarta partendo dall’angolo della piazzetta era diversa; più spessa di qualche centimetro, dava diretta sull’acqua ed era stata scelta perché il giorno del Redentore l’ombra della statua di San Marco sembra indicarla.

Il condannato poteva chiedere l’ultimo giro, che consisteva nell’appoggiare la schiena alla colonna, abbracciarla da dietro e provare a girarla tenendo i piedi sullo scalino. Chi falliva cadeva in acqua e, se non annegava, veniva ripescato e giustiziato. Chi ci riusciva veniva graziato all’istante, senza possibilità di appello, qualunque fosse stato il suo crimine – a eccezione del tradimento. Da quello che ci è giunto, nessuno è mai riuscito a superare il giudizio di San Marco; ma se anche fosse è improbabile venisse raccontato perché ai dieci, come a ogni giudice, non piaceva l’idea di essere dalla parte del torto.

Non è mai stata restaurata nonostante incendi e manutenzione, perciò se oggi siete in giro per Venezia, avete la possibilità di toccare la colonna a cui uomini e donne affidavano la loro ultima speranza di salvezza.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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