Truffa sim swap: come evitare il phishing dopo l’addio alle chiavette

Pubblicato il 3 Febbraio 2020 alle 11:44 Autore: Guglielmo Sano

Truffa sim swap: la sicurezza dei dati dei consumatori rimane una questione all’ordine del giorno con il cambiamento dei protocolli

Tentativo phishing
Truffa sim swap: come evitare il phishing dopo l’addio alle chiavette

Truffa sim swap: la sicurezza dei dati dei consumatori rimane una questione all’ordine del giorno. Con il cambiamento dei protocolli che prevedono l’addio, ormai generalizzato, al token fisico molti si chiedono se possiamo stare più tranquilli o se invece non andiamo incontro a maggiori rischi.

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Truffa sim swap: in cosa consiste?

Ultimamente alcuni utenti, ancora pochi per fortuna, stanno sperimentando sulla propria pelle gli effetti nefasti di un nuovo metodo di truffa (i primi arresti della Polizia Postale risalgono al 2018: quando in Sicilia finirono in manette 13 persone che avevano sottratto circa 600mila euro a ignari risparmiatori). Si tratta del cosiddetto “sim swap”. In sostanza una frode informatica che si articola in vari passaggi. In primis, i truffatori si appropriano delle credenziali di home banking tramite delle tecniche di hacking (tra cui il phishing). Successivamente utilizzano dei documenti falsi per sostituire la sim della vittima, quindi, attraverso il numero telefonico riescono a ottenere dall’istituto di credito le credenziali per operare sul conto corrente.

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Praticamente, i criminali con questa serie di passaggi riescono ad aggirare il secondo fattore di autenticazione. Fino a non molto tempo fa, dopo aver inserito nome utente e password per accedere alla propria area riservata sul sito della propria banca, bisognava inserire il codice riportato dal token fisico, adesso, tale codice si può richiedere solo via sms o dall’app della banca stessa. Dunque, “appropriandosi” del numero di telefono della vittima, i truffatori sono in grado di superare i controlli di sicurezza.

Secondo fattore di autenticazione: aumenta il rischio di truffe?

Per rispondere a questa domanda bisogna sottolineare che si è quasi del tutto al sicuro dal Sim Swap così come dagli altri tipi di truffe se si custodiscono con cura le proprie credenziali di accesso all’home banking. Una volta che queste vengono sottratte, tramite phishing o attraverso qualsiasi altro metodo fraudolento (come l’installazione di un malware ecc.), si è notevolmente esposti al rischio di truffe fino a quando non saranno state modificate.

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Detto ciò, l’introduzione del secondo fattore di autenticazione per forza di cose ha aumentato la sicurezza dei risparmiatori: anche per il solo fatto di costituire un ostacolo in più da aggirare per i criminali. Ora, il problema è migliorare l’aspetto legato al furto della sim: le banche potrebbero essere informate del cambio di scheda dagli operatori telefonici, per esempio.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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