Conto corrente dormiente con intestatario defunto: come prendere i soldi

Pubblicato il 9 Marzo 2020 alle 16:53 Autore: Claudio Garau

Conto corrente dormiente con titolare defunto: che fare in queste circostanze? Come può l’erede riscattare le somme contenute nel deposito?

Conto corrente dormiente con intestatario defunto: come prendere i soldi

Forse non tutti sanno che un qualsiasi conto corrente, può diventare “dormiente”. Ma che cosa significa esattamente questo termine? E, soprattutto, che fare in caso emerga un conto corrente intestato e quindi collegato ad una persona ormai passata a miglior vita? Ecco di seguito le doverose risposte.

Se ti interessa saperne di più sul codice Iban conto corrente, perché ha questa composizione e quale finalità ha, clicca qui.

Conto corrente dormiente: di che si tratta?

Anzitutto, specifichiamo cosa la legge intende per conto corrente dormiente. Esso altro non è che un conto bancario o postale (con almeno una cifra di 100 euro al suo interno), oppure anche un libretto di risparmio bancario o postale, che non è movimentato per almeno dieci anni; in altre parole non viene utilizzato neanche una volta dal titolare. È ovvio allora domandarsi che fine fa il denaro contenuto nel conto corrente divenuto dormiente: ebbene, quei soldi finiscono all’erario, ovvero nelle casse dello Stato. Più nello specifico quel rapporto bancario transiterà verso il Fondo rapporti dormienti, gestito dalla Consap, ovvero la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, collegata al ministero dell’Economia. La linea di indirizzo è stata dettata dalla legge n. 266, approvata nel 2005, la quale peraltro dispone le stesse conseguenze anche per le polizze assicurative e gli assegni. È chiaro che se astrattamente un conto corrente dormiente può certo riferirsi ad una persona ancora in vita, è altrettanto vero che solitamente tali conti sono intestati a persone decedute e senza eredi. Oppure se questi ultimi esistono, non sanno che il titolare aveva un certo conto corrente non movimentato per dieci anni e tenuto nascosto fino alla morte.

Se il titolare è ancora vivo, la prassi prevede che Poste o banca avvisino tale titolare, spedendo una comunicazione – con raccomandata a/r – all’ultimo indirizzo disponibile (e il titolare avrà 180 giorni di tempo per attivarsi). Ma non è detto che tale comunicazione vada in porto, e c’è davvero il rischio che il conto diventi dormiente per decesso del titolare (che appunto non potrà essere informato dalla missiva). In ogni caso, per impedire l’estinzione del conto corrente basterà compiere una sola qualsiasi movimentazione o operazione, anche un semplice versamento.

Che fare se il conto del defunto è dormiente

A questo punto ci si domanderà come scoprire un conto corrente dormiente e come recuperare i soldi, senza che questi vadano a finire allo Stato e diventino risorse per investimenti pubblici. Un conto corrente dormiente del defunto è caratterizzato dall’essere un deposito bancario (con almeno 100 euro), nell’ambito del quale gli eredi non hanno mai fatto neanche un bonifico o un prelievo, dato che ne ignorano l’esistenza. Ma come può attivarsi un erede per riscattare quei denari depositati?

Ebbene, scaduti i dieci anni, ce ne saranno altri dieci in cui è possibile reclamare quel denaro. L’erede però dovrà:

  • verificare che il conto esiste, collegandosi al sito web della Consap, nella sezione specificamente dedicata a capire se il conto corrente (dormiente) ancora esiste;
  • se il conto corrente, pur dormiente, è rintracciato, sarà possibile domandare il rimborso, ovvero reclamare di fatto il denaro in qualità di erede.

Se ti interessa saperne di più sull’incasso dell’assegno in contanti, importo massimo e tracciabilità, clicca qui.

Sarà la Consap ad occuparsi della domanda dell’interessato e la valuterà richiedendo, se necessario, ulteriore documentazione. In caso di esito positivo dell’iter, sarà proprio la Consap ad occuparsi materialmente dei pagamenti, a seguito dell’accredito del denaro da parte del Ministero dell’Economia.

Concludendo, che fare se gli aventi diritto, ovvero gli eredi, sono più di uno? La domanda sarà inviabile da uno di essi, attraverso la presentazione dell’originale della delega all’esame della pratica e della copia del documento di identità del delegante. Pertanto, il riscatto della somma può essere svolto verso uno degli eredi, con delega per l’ottenimento dei benefici economici da parte di terzi.

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
Tutti gli articoli di Claudio Garau →