Omicidio Matarazzo: ripresa del processo il 18 giugno, le indagini

Pubblicato il 11 Marzo 2020 alle 15:52 Autore: Giorgia Garda

Riprenderà il 18 Giugno il processo per l’omicidio di Giuseppe Matarazzo, 45 anni, che sarebbe stato ucciso per vendetta personale.

Omicidio Matarazzo ripresa del processo il 18 giugno, le indagini
Omicidio Matarazzo: ripresa del processo il 18 giugno, le indagini

Il processo per l’omicidio di Giuseppe Matarazzo è stato rinviato al 18 Giugno. L’uomo fu assassinato il 19 Luglio 2018 a Frasso Telesino, in provincia di Benevento. L’ipotesi più accreditata sull’omicidio del pastore è quella della vendetta personale, che sarebbe stata messa a punto da Giuseppe Massaro e Generoso Nasta. I due avrebbero infatti agito per conto del padre di una ragazzina violentata precedentemente da Matarazzo. Si tratterebbe, quindi, di un delitto su commissione.

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Omicidio Matarazzo: i retroscena

Gli imputati Giuseppe Massaro e Generoso Nasta, originari rispettivamente di Sant’Agata de’ Goti e di San Felice a Cancello, hanno compiuto l’omicidio perché coinvolti in una vendetta personale: Matarazzo era tornato in libertà da poche settimane, dopo aver scontato la pena di undici anni e mezzo di reclusione con l’accusa di aver violentato due ragazzine. Una di queste è morta suicida nel 2008 e il padre ha perciò assoldato Massaro e Nasta affinché uccidessero Matarazzo. L’uomo è stato ucciso con una Magnum 357, che Nasta deteneva legalmente: sempre lui ha fatto da autista, mentre Massaro ha fornito la Fiat Croma per mezzo della quale i responsabili si sono recati sul luogo dell’uccisione, in contrada Selva.

Delitto Matarazzo: parlano i familiari della vittima

Stando alle indagini dei carabinieri, guidate dal pubblico ministero Francesco Sansobrino e da Aldo Policastro, procuratore capo di Benevento, Giuseppe Massaro e Generoso Nasta hanno quindi ucciso Giuseppe Matarazzo per volere di qualcun altro, probabilmente componente della famiglia della ragazza suicida vittima di abusi sessuali. Massaro e Nasta sarebbero stati scelti anche per la loro provenienza da altri paesi, così da poter agire a volto scoperto, protetti dal rischio di essere riconosciuti.

Si ricerca ancora l’autore materiale del delitto, consumatosi proprio davanti all’abitazione del pastore di Frasso Telesino. Alcuni manifesti funebri hanno dato voce al dolore di Teresa Matarazzo: “Mio fratello è morto atrocemente senza alcuna colpa. Infangare il nome e la memoria di un uomo rappresentano gli unici rimedi per lavare un presunto onore e forse alleggerire le proprie colpe“.

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