Pensioni ultime notizie: anticipata per Coronavirus, come uscire dal lavoro

Pubblicato il 12 Marzo 2020 alle 08:15 Autore: Daniele Sforza

Pensioni ultime notizie: c’è chi si chiede se si possa ancora andare in pensione prima in tempi di Coronavirus. Ecco perché si può fare.

Pensioni ultime notizie anticipata per Coronavirus
Pensioni ultime notizie: anticipata per Coronavirus, come uscire dal lavoro

Il Coronavirus in Italia sta stravolgendo diversi aspetti della vita quotidiana, spesso bloccandola in toto o recludendola tra le mura domestiche. Le ultime notizie riportano di un blocco totale delle attività, cosa che effettivamente già si stava facendo autonomamente in diverse zone del territorio. Sul fronte previdenziale, invece, ci si domanda se si possa ancora andare in pensione prima nonostante l’emergenza Coronavirus.

Pensioni ultime notizie: uscita anticipata per Coronavirus, le soluzioni

Tra i settori più toccati dal Coronavirus, oggi ma anche domani, vi è sicuramente quello del lavoro. E molti lavoratori si staranno chiedendo se non sia la cosa migliore andare in pensione (anticipata, ovviamente) adesso, piuttosto che fronteggiare un’emergenza aziendale dopo, che sconfini nel licenziamento o in una profonda crisi economica. Lo stop alle attività produttive pone così diversi lavoratori di fronte a un interrogativo: è meglio sfruttare le forme di pensione anticipata disponibili oggi? Ecco quali sono, in un breve riepilogo.

  • Isopensione: ovvero, uno scivolo di 7 anni fino alla pensione ordinaria di vecchiaia (quindi a partire da 60 anni) nelle aziende che hanno meno di 15 dipendenti;
  • Quota 100: raggiungibile con 62 anni di età e 38 anni di contributi;
  • Ape sociale: si può fare domanda entro il 31 marzo 2020 (i servizi di pubblica utilità resteranno infatti operativi) ma è riservata solo ad alcune categorie di lavoratori (potete leggere qui quali sono);
  • Opzione Donna: raggiungibile con 58 anni di età (59 anni di età per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi.
  • Assegno straordinario di sostegno al reddito: se ne fanno carico i datori di lavoro destinatari dei Fondi di solidarietà e si stipula tramite accordi aziendali o territoriali per accompagnare, alla prima decorrenza utile di pensione (anticipata o vecchiaia) i lavoratori a tempo indeterminati con requisiti anagrafici e/o contributivi entro 5 o 7 anni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
Tutti gli articoli di Daniele Sforza →