Pignoramento conto corrente per cartella esattoriale: stop per coronavirus?

Pubblicato il 27 Marzo 2020 alle 10:55 Autore: Daniele Sforza

Il pignoramento del conto corrente agito per ragioni di debiti e cartelle esattoriali è ancora valido al tempo del Coronavirus? Arriverà lo stop?

Pignoramento conto corrente per cartella esattoriale
Pignoramento conto corrente per cartella esattoriale: stop per coronavirus?

Tra le domande poste dagli utenti in tempo di Coronavirus alcune riguardano le materie economiche, più nel dettaglio, l’economia personale. Ad esempio, in caso di cartella esattoriale non pagata, può essere eseguito ancora oggi il pignoramento del conto corrente? Le ultime disposizioni governative a riguardo hanno invero bloccato queste pratiche, vista la situazione straordinaria di emergenza in cui versa il Paese?

La paura del conto corrente svuotato ai tempi del Coronavirus

L’emergenza sanitaria (ed economica) causata dal Coronavirus in Italia sta bloccando l’attività di un intero Paese. Con una quarantena forzata e solo le attività essenziali al lavoro, le ricadute economiche saranno molto gravi e a ora c’è grandissima incertezza sul futuro. Il premier Conte, come abbiamo scritto in questo articolo, ha rifiutato la bozza del Consiglio Ue vedendosi respingere la proposta degli Eurobond e ha dato dunque un ultimatum raccomandando i leader ad abbandonare gli strumenti vecchi e a ripensarne di nuovi, vista l’inedita e straordinaria situazione che stiamo vivendo. Al di là delle scelte macroeconomiche, i cittadini sono preoccupati anche della propria economia personale. C’è chi non può lavorare e aspetta gli aiuti del governo per andare avanti. E c’è chi ha una cartella esattoriale che non ha pagato e teme il pignoramento del conto corrente.

Conto corrente e non solo: le decisioni economiche del governo fronte al Coronavirus

Il governo ha adottato una serie di provvedimenti e misure economiche per garantire un sostegno ai lavoratori e ai cittadini in difficoltà. Si tratta di misure facenti parte di un primo pacchetto (il secondo arriverà ad aprile), che contiene anche disposizioni legate ad alcuni adempimenti tributari. Infatti il governo ha provveduto a sospendere il pagamento dei tributi a livello nazionale e locale, ma permangono ancora alcune lacune su diversi aspetti e adempimenti fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha recentemente fornito chiarimenti a proposito della sospensione dei pignoramenti e degli atti esecutivi fino al 31 maggio 2020. L’Agenzia ha informato che fino al 31 maggio 2020 non saranno notificate cartelle di pagamento, neppure via PEC, e di conseguenza non si procederà a misure cautelari ed esecutive. I contribuenti potranno presentare entro il mese di giugno una domanda di rateizzazione delle cartelle in scadenza. Inoltre sono sospese tutte le rate delle dilazioni con la Riscossione in scadenza entro il 31 maggio, relativa a un debito con il fisco, l’Inps o gli enti locali.  

Tutto questo lascia pensare che anche quel che riguarda il pignoramento presso terzi (stipendio o conto corrente) sia sospeso fino al 31 maggio 2020. È anche l’opinione di Carlos Arija Garcia, che ne ha scritto in un articolo su La Legge Per Tutti. Ma in realtà, non vi è ancora nulla di formale a riguardo. In ogni caso, a partire dal 1° giugno, i pagamenti dovuti ma sospesi fino a fine maggio dovranno essere versati in un’unica soluzione, a patto che non si chieda una dilazione.

Pignoramento conto corrente e stipendio: la denuncia del Codacons

Una decina di giorni fa il Codacons aveva denunciato il comportamento scorretto di alcune società di riscossione così come di alcuni sindaci di Comuni, che avevano approfittato dell’emergenza proseguendo con i pignoramenti. L’associazione aveva già chiesto al Ministero dell’Economia di sospendere immediatamente queste procedure. “Ancora oggi piovono su cittadini e imprese pignoramenti verso terzi”, spiega Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale Codacons. “Le misure recepite dal Governo, purtroppo, non sono sufficienti. Perché quando viene notificato un pignoramento, l’istituto di credito ovvero il datore di lavoro (terzo) ha un preciso obbligo di bloccare il conto o di effettuare l’accantonamento riducendo, quindi la busta paga o la pensione”. Ulteriore aggravante “la sospensione delle attività giudiziarie” che ha di fatto reso impossibile “la liberazione del conto corrente, della pensione o della busta paga in tempi ragionevoli”. Al fine di ridurre il disagio per i cittadini, pertanto, “occorre revocare tutte le procedure esecutive in corso, dai pignoramenti ai fermi amministrativi”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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