Decreto rilancio 2020: nodi da sciogliere e quali sono i provvedimenti

Pubblicato il 11 Maggio 2020 alle 15:38 Autore: Daniele Sforza

Le ultime sul Decreto Rilancio 2020: gli ultimi nodi da sciogliere, i provvedimenti certi e quelli ancora in forse. Gli aggiornamenti.

Decreto rilancio 2020 nodi da sciogliere
Decreto rilancio 2020: nodi da sciogliere e quali sono i provvedimenti

Si doveva chiamare Decreto Aprile, poi fine Aprile, poi Decreto Maggio. Alla fine sarà Decreto Rilancio, perché le parti stanno discutendo su diversi punti da settimane e il testo, che prevede un maxi-pacchetto di misure economiche e incentivi finalizzati al rilancio e alla ripresa del Paese (anche in forma di sussidi) non è ancora stato licenziato. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere, ma alcuni provvedimenti sono certi, altri ancora in forse.

Decreto Rilancio 2020: i provvedimenti in attesa dell’ufficialità

Il confronto all’interno del governo è serrato, ma al tempo stesso il tempo che scorre non deve diventare un sinonimo di pressione. Le cose andranno fatte senza alcuna fretta, perché andranno fatte bene, è quello che circola negli ambienti governativi. Stando all’ultima bozza del decreto risalente a sabato sera, ci sono 258 articoli ripartiti per circa il doppio delle pagine. Ancora numerose le parti da verificare. Dentro ci sono 55 miliardi di euro investiti, una maxi-immissione di liquidità come non si era vista da anni. Almeno al “salvo intese” si dovrebbe comunque arrivare entro l’inizio della prossima settimana.

Certo il rinnovo del bonus 600 euro e un altro incentivo, stavolta da 1.000 euro, ma per chi ha avuto evidenti difficoltà di fatturato nel periodo dell’epidemia. 15 miliardi di euro aggiuntivi per la cassa integrazione, che godrà anche di una normativa più semplificata. Una parte delle risorse sarà data a fondo perduto alle imprese, mentre prende forma il divieto di licenziamento e il bonus viaggi di 500 euro per rilanciare il turismo.

Decreto Rilancio 2020: i nodi da sciogliere

Tra i nodi più articolati da sciogliere vi è la regolarizzazione dei lavoratori migranti, spinta fortemente da Italia Viva (portavoce la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova) e appoggiata dal PD, ma osteggiata dal Movimento 5 Stelle. Italia Viva al centro delle discussioni anche per quanto riguarda l’intervento statale nel capitale delle imprese (con fatturato fino a 50 miliardi di euro) che hanno avuto problemi a causa dell’epidemia e nel sostegno alle scuole paritarie, per ora assente dal decreto.

Previsti interventi anche per le banche, e qui c’è un’altra grana da gestire che accende le tensioni tra M5S e PD: stando alla bozza, il governo si farebbe garante per i prossimi 6 mesi per le nuove passività degli istituti di credito del Paese. Infine c’è il reddito di emergenza, su cui si discute su modalità di accesso e struttura del beneficio nel suo complesso. Altro nodo da sciogliere è quello legato all’Irap, ma forse questo è l’elemento più vicino alla soluzione, in quanto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha già affermato che non ci sarà la rata del saldo e l’acconto a giugno.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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