Speciale USA 2012: la deriva americana

Pubblicato il 11 Maggio 2012 alle 14:08 Autore: Daniele Curcio
Indignados, Tea Party, Occupy

Già, il Senato. Come non ricordarsi di quanti Repubblicani, parallelamente alla conquista della Camera, si aspettassero la vittoria di una maggioranza anche in Senato nel Novembre 2010? L’Establishment del partito e il leader della minoranza alla Camera Alta, il senatore Mitch McConnell del Kentucky, già pregustavano il “ribaltone” ma entrò in scena il Tea Party. All’urlo di “RINO, RINO” riuscirono a nominare, alle primarie interne del partito, dei candidati impresentabili ma conservatori (e pare che ai leader del movimento importasse solo questo) che vennero sconfitti da Democratici che tutti i sondaggi davano per perdenti contro candidati più moderati.

Come non ricordarsi di Christine O’Donnell, una attivista conservatrive del Delaware che sconfisse il repubblicano moderato (e deputato di lungo corso) Mike Castle nelle primarie per il Senato in Delaware. Castle era pressoché sicuro di “catturare” il seggio che fu dell’attuale Vice Presidente Joe Biden ma Christine ebbe il favore dei Tea Party e vinse la sfida per poi essere sconfitta di più di quaranta punti nella general election.  La sua proposta politica è tuttora ricordata per la frase “non sono una strega” con cui rispose alla diffusione di un video giovanile dove era apparentemente coinvolta in riti di magia nera.

E che dire di Sharron Angle.  Ex senatrice statale del Nevada cacciata dal suo stesso partito, che vinse le primarie per sfidare il leader Democratico al Senato Harry Reid. Non serve precisare come finì.

O ancora Ken Buck in Colorado, o l’aspirante senatore Miller in Alaska. Una banda di “sprovveduti”, però “veri conservatori”.

Sembrava che l’onda lunga del Tea Party fosse finita ma la sconfitta di Lugar torna a far tremare il Partito Repubblicano che, anche stavolta, teme di non riuscire a conquistare la maggioranza in Senato.

E’ finito il tempo del moderatismo, dei democratici eletti in stati conservatori e dei repubblicani eletti in stati democratici con la sola eccezione, dovesse sconfiggere la ricchissima “liberal” Elizabeth Warren, del senatore Scott Brown del Massachusetts. E’ iniziato il tempo della deriva estremista, delle divisioni insormontabile, di un congresso in mano a coloro che pur di non essere additati come RINOs o DINOs sarebbero capaci di non far nulla per un’intera legislatura, lasciando che gli Stati Uniti tornino vittima della recessione mondiale.

Un partito repubblicano sempre più di destra, un partito democratico sempre più di sinistra.

Povera America.

L'autore: Daniele Curcio

Studente in Economia e Business Internazionale alla Università Bocconi di Milano, è appassionato di politica Americana sin da giovane. Durante i suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti ha avuto modo di approfondire i suoi studi nel settore. Consigliere di Municipio nel Comune di Brescia dal 2008. Caporedattore della sezione Esteri di Termometro Politico, sezione americhe e english version
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