Governo Ultime notizie: Fase 2 Regioni, verso l’apertura del 3 giugno

Pubblicato il 1 Giugno 2020 alle 09:09
Aggiornato il: 24 Giugno 2020 alle 23:32
Autore: Eugenio Galioto

Governo Ultime notizie: Fase 2 Regioni. E’ conflitto tra le Regioni sulle riaperture. Il governo sempre più deciso ad aprire il 3 giugno.

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Governo Ultime notizie: Fase 2 Regioni, verso l’apertura del 3 giugno

Sembrerebbe confermata la riapertura di tutte le Regioni a partire dal prossimo 3 giugno, senza l’obbligo di quarantena. Le ultime notizie da Palazzo Chigi confermano l’orientamento già precedentemente espresso dal governo sulle ultime riaperture della Fase 2. “Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti” ha ribadito al termine della riunione con i capidelegazione delle forze di governo, il ministro della Salute Roberto Speranza, il quale ha poi aggiunto: “monitoreremo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva”.

Si attende dunque il via libera del governo nelle prossime ore, in base alle ultime notizie in merito all’andamento della curva epidemiologica di questo weekend. Le Regioni sono in attesa di un confronto con il governo, anche se dall’esecutivo ancora non è arrivata alcuna convocazione ufficiale per la Conferenza Stato-Regioni da cui si attenderà poi una decisione definitiva. Intanto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia sta sentendo ogni singolo Presidente di Regione per sondare gli orientamenti in vista del 3 giugno.

Governo ultime notizie, Speranza: scienziati chiedono cautela

Se la politica, con i contrasti tra governo e Regioni, sospende la decisione a un filo, gli esperti invece sono pressoché unanimi nell’invitare alla cautela. Le ultime notizie circa l’andamento della curva in Lombardia, infatti, non sarebbe così incoraggiante dal far propendere verso una riapertura che non sia a macchia di leopardo.

L’incidenza dei casi – avvertono gli scienziati – è molto eterogenea sul territorio nazionale, ci sono Regioni con un numero molto elevato e altre a basso contagio. “I dati del monitoraggio sono incoraggianti. I sacrifici importanti del lockdown hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa con gradualità”, ha affermato Speranza, prima del vertice di governo, ai capi delegazione della maggioranza, ai ministri Boccia, Lamorgese e Di Maio e al sottosegretario Fraccaro.

Anche se il famigerato Rt (l’indice di trasmissibilità del virus) è sotto l’1 in tutte le Regioni, il trend dei nuovi casi è in diminuzione e c’è una buona capacità di reazione del sistema sanitario, nel momento in cui riprenderà la “la frequenza e l’entità” della circolazione nel Paese, potrebbero riprendere i contagi. Occorre, dunque, secondo Speranza, avere molta cautela ed essere pronti a isolare gli eventuali nuovi focolai.

In ogni caso, qualora nei prossimi due giorni la curva non dovesse rialzarsi, potrebbe essere del tutto accantonata l’idea delle riaperture differenziate, come era stato inizialmente ipotizzato. Del resto il pressing sul governo da parte di molti governatori (in primis, del presidente della Lombardia Fontana e del presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini), dell’opposizione, del mondo industriale e di parte della maggioranza (soprattutto dei renziani) sta cominciando ad essere insostenibile per Palazzo Chigi.

Il governo dovrà tenere conto innanzitutto del fatto che il virus sia tutt’altro che sconfitto, in quanto continuano ad essere individuati “nuovi focolai”. Ciò comporterà sia la massima applicazione delle misure di distanziamento e di igiene, nonché la prosecuzione dell’opera di rafforzamento dei sistemi sanitari. In questo senso, il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri si è detto già pronto ad isolare eventuali zone rosse: “In caso di variazioni possono essere necessari passi indietro chirurgici”. Perché queste sono le uniche ‘armi’ a disposizione per contrastare la diffusione.

In secondo luogo, molte regioni, come Sardegna, Sicilia, Puglia, Lazio e Campania di cui è presidente Vincenzo De Luca, per il quale appare ragionevole introdurre delle limitazioni alla mobilità da un territorio che mostra più contagi, esprimono preoccupazione sulla riapertura totale.

D’altro canto, il ministro Boccia sembra essere intenzionato a ripartire “senza distinzioni”.

La querelle tra Lombardia e Fondazione Gimbe

E mentre continuano i dissapori tra regioni e governo centrale sulle riaperture, con il Presidente della Sardegna che insiste sul “passaporto sanitario” e il governo che ne sottolinea l’incostituzionalità, le ultime notizie riguardano la querelle tra la regione Lombardia e Cartabellotta della Fondazione Gimbe, secondo il quale la Regione amministrata da Fontana avrebbe “aggiustato” i dati per evitare la chiusura.

Il governatore Fontana, che intanto ha querelato Cartabellotta, nel frattempo ha riaperto palestre, piscine, circoli culturali e ricreativi in Lombardia, nonché l’accesso ai parchi tematici e faunistici.

Le reazioni dei governatori

Anche il Presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini insiste sul necessario “ritorno alla normalità”: “mi auguro che il 3 si possa ripartire tutti, vorrebbe dire che tutte le regioni, inclusa la Lombardia, sono ritenute a un rischio basso di contagio”.

Gli fa eco la governatrice della Calabria Jole Santelli: “preoccupata dei lombardi in Calabria? No, anzi, gli chiedo di venire. Se verranno una volta, torneranno”.

Anche il Presidente della Liguria Toti è per l’apertura totale, sicuramente non a macchia di leopardo: “aspettiamo confronto con Governo nelle prossime ore. Se si riapre, si riapre tutto, questo mi ha detto Boccia. Ci sono due scuole: riaprire tutto il 3 o rimandare di una settimana”. Idea, questa, rilanciata dal governatore veneto Luca Zaia: “Penso sia fondamentale non aprire a macchia di leopardo. Capisco la preoccupazione di qualche collega, ma spero si possa aprire tutti assieme ma anche a livello europeo. Abbiamo la necessità di aumentare gli spostamenti e le relazioni”.

Critico, invece, Mario Nieddu, l’assessore regionale della Sanità sarda: “non abbiamo alcuna intenzione di fare passi indietro sulla sicurezza dei cittadini. La tutela della salute dei sardi, così come quella dei turisti che scelgono la nostra bellissima Isola come meta delle proprie vacanze, è e resta una priorità. Abbiamo portato avanti una proposta concreta che ci permetta di certificare la negatività al virus per chi, dal 3 giugno, dovesse arrivare in Sardegna”.

Secondo il Presidente della Toscana Enrico Rossi: “sulle riaperture dei confini fra le regioni annunciata per il 3 giugno, tocca al Governo decidere, è il Governo che ha i dati e il potere per farlo: tuttavia dico che bisogna stare attenti, non possiamo essere frettolosi”. Vale a dire, ha proseguito i governatore, “o si fa un provvedimento distinguendolo per regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria che sono ancora più esposte al contagio delle altre, oppure, come sarebbe ragionevole, si aspetta un altro po’ tutti, in attesa di maggiore uniformità dei dati”. 

Schierato con la Sardegna di Solinas, anche il governatore siciliano Nello Musumeci che ha ribadito come la sicurezza sia la priorità della Sicilia, per cui “occorrerà verificare la provenienza, l’esistenza di eventuali casi sospetti nel nucleo familiare, indicare giorno dopo giorno la tracciabilità della presenza del turista”.

L’assessore alla Sanità laziale Alessio D’Amato ha parlato di “grande preoccupazione” per stazioni e aeroporti come Termini, Fiumicino e Ciampino. Preoccupazione ribadita anche dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris che sottolinea come anche se Napoli è “a contagi zero”, “deve decidere il Governo, non Sala, De Magistris, De Luca o Fontana. Se il Governo dice che non ci sono rischi, vuol dire che ci si può muovere”. Poi una stoccata a De Luca: “mi auguro che chi ha la responsabilità della tutela sanitaria, cioè la Regione, almeno provveda a fare i tamponi alle persone che vengono nella nostra città”.

Decisiva sarà dunque la giornata di domani, nella quale il governo e le regioni comunicheranno le ultime notizie sugli spostamenti e le riaperture.

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L'autore: Eugenio Galioto

Sociologo, un passato da ricercatore sociale e un presente da analista politico. Scrivo principalmente di economia e politica interna. Amo il jazz, ma considero l'improvvisazione qualcosa che solo i virtuosi possono permettersi.
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