Nuovo lockdown Italia: “Non c’è bisogno”, parla il ministro Speranza

Pubblicato il 24 Agosto 2020 alle 10:02 Autore: Daniele Sforza

Con l’aumento dei nuovi casi positivi di coronavirus in Italia, avanza la minaccia di un nuovo lockdown, ma il ministro della Salute Speranza smentisce.

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Nuovo lockdown Italia: “Non c’è bisogno”, parla il ministro Speranza

Ci sarà un nuovo lockdown in Italia? Le conseguenze, dal punto di vista economico, certo, ma anche psicologico, sarebbero probabilmente più devastanti di quanto possiamo immaginare e la volontà di tutti è quello di evitare le chiusure allargate, per focalizzarsi solo sui focolai e le zone più colpite e agire tempestivamente, anche tramite misure restrittive, nei luoghi designati. Il ministro della Salute Roberto Speranza, in ogni caso, ha affermato che per il momento non c’è bisogno e che la situazione è diversa rispetto a quella dello scorso inverno/primavera.

Nuovo lockdown in Italia: il ministro Speranza smentisce

L’aumento dei nuovi casi positivi di coronavirus in Italia non è ormai una paura, ma un qualcosa di concreto. Non ci troviamo però di fronte a una situazione grave, perché i ricoveri nelle terapie intensive non crescono di molto e non allarmano, ma il timore dei rientri dalle vacanze all’estero (e non solo) è ben giustificato. Il ministro della Salute Roberto Speranza, tuttavia, smentisce l’ipotesi di un nuovo lockdown. Al momento, infatti, l’Italia “non si trova in una situazione che richieda lockdown e blocchi regionali”, anche perché la situazione è diversa da quella che abbiamo conosciuto tra marzo e aprile e l’età media dei contagiati si è abbassata di molto, scendendo a trent’anni, facendo sì che molti non hanno neppure bisogno di cure. In ogni caso l’appello è alla responsabilità ed è un invito soprattutto ai più giovani, per evitare una nuova rapida diffusione del contagio.

Il primo lockdown, ha spiegato Speranza, è stato necessario perché si era arrivati a un punto tale che il servizio sanitario da un momento all’altro sarebbe collassato. Adesso questo rischio non c’è più: prima c’erano 5 mila posti di terapia intensiva, adesso ce ne sono circa 10 mila e gli attualmente ricoverati in questi reparti sono solo 68 (dati aggiornati al 23 agosto). Speranza ha parlato anche di zona rossa, affermando che per una sua creazione “deve esplodere un territorio e non lo vedo. Vedo una diffusione e non un’esplosione”.

Meglio continuare a concentrarsi sulle condotte di sicurezza che ormai conosciamo tutti a memoria: lavarsi frequentemente le mani, indossare i dispositivi di protezione individuale come la mascherina e mantenere il distanziamento sociale.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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