Gattuso sul Milan: “Servono campioni e uomini”

Pubblicato il 12 Maggio 2015 alle 11:52 Autore: Lorenzo Stella

Avete mai fatto parte di un progetto? l’avete mai fatto decollare? l’avete mai lasciato? l’avete mai visto cadere in un turbine di fallimenti dopo il vostro addio? Se avete fatto queste cose sapete perfettamente qual è il sentimento che prova Gennaro Gattuso mentre parla del suo Milan. In un intervista a Gazzetta TV l’ex centrocampista del Milan parla in maniera schietta, col cuore in mano, a proposito dei rossoneri e del difficile momento che sta attraversando il club guidato da un suo grande amico ed ex compagno Pippo Inzaghi.

La grande forza del Milan sono stati gli uomini

“Menez ha fatto tanti gol – spiega il Ringhio nazionale – ma a livello di comportamenti e di leadership non ha fatto quello che doveva fare. E a livello di comportamenti spesso ha creato problemi. Quando sbagliavo io, i più esperti mi attaccavano al muro: Ancelotti non era un sergente di ferro, ma c’erano i giocatori a dargli una mano. Mi ricordo quando avevo vent’anni, una delle poche volte che mi feci la barba, non pulii il lavandino: arrivò Costacurta a darmi uno schiaffo in testa: “Non è casa tua, vai a pulire”. Il Milan deve comprare campioni, perché senza campioni non si vince, ma deve comprare soprattutto uomini: sono stata la grande forza della squadra, per anni.” In casa Milan servono dunque uomini prima che campioni, uomini come Allegri che ora guida i bianconeri: “La Juventus non sembra una squadra italiana, per quanto sta andando bene, rispetto a una serie A sempre più in crisi.E contro il Real non deve giocare all’italiana, non deve fare l’errore di Monaco. Allegri sembra uno sprovveduto, uno molle, è tutto il contrario. E ha una dote: non si piange mai addosso. E sa preparare le partite. All’inizio non ci siamo presi, è un toscanaccio, non capivi mai se scherzava o parlava sul serio. Poi invece ci siamo capiti: ho vinto lo scudetto da protagonista, e più come dicevo io che come diceva lui. Per lui le mezz’ali si devono inserire di continuo, e io non ero d’accordo, e gli rispondevo: “Mister, fammi fare quello che so fare…”.

Ancelotti troppo buono

Se sul Milan non risparmia parole al veleno, diverso il discorso per Ancelotti, anche se qualche difetto Gattuso lo scova sempre: “La sua forza è quella di farsi voler bene dai giocatori, da tutti: non ne parla male nessuno, neppure quelli che non giocavano mai. Il suo difetto è che forse non sempre è sul pezzo: prepara la partita, ma non sempre interveniva coi giocatori… forse è un po’ troppo buono. Se lo mandano via per me gli fanno un favore: al Manchester City gli farebbero ponti d’oro. Vuole vincere un’altra Champions, ma un errore è che fa sempre è non capire quando è il momento di andare via, è troppo buono.”

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L'autore: Lorenzo Stella

Nato a Carmagnola (TO) il 3 ottobre del 1992, studio presso l'Università degli studi di Torino, corso di laurea in Scienze politiche e sociali. Scrivere è, da sempre, la mia più grande passione e, dopo aver scritto per alcune testate sportive locali, ho iniziato a scrivere per la testata on-line Termometro Politico nel maggio del 2013. Da febbraio del 2014 ricopro il ruolo di Vice-caporedattore della sezione sportiva di Termometro Politico.
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