Fare ricorso in appello: quanto costa al cittadino? Il quadro in sintesi

Pubblicato il 1 Marzo 2021 alle 12:40 Autore: Claudio Garau
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Fare ricorso in appello: quanto costa al cittadino? Il quadro in sintesi

Non è la prima volta che parliamo di appello e di ricorso in appello, ossia quella particolare opposizione che l’interessato fa ad una sentenza di primo grado sfavorevole nei suoi confronti. Chi perde in tribunale può dunque impugnare il provvedimento e cercare di ribaltare la decisione con il ricorso in appello. In altre parole, un differente giudice deciderà di nuovo su fatti e prove, emettendo un giudizio di merito sulla vicenda.

Ma la domanda che ci vogliamo porre di seguito è la seguente: a quanto ammontano i costi del ricorso in appello? quali spese deve sostenere il cittadino per sperare in un nuovo provvedimento a lui favorevole? Vediamolo.

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Ricorso in appello: che cos’è in sintesi

Prima di vedere più da vicino l’argomento costi, richiamiamo in breve i tratti essenziali del contesto di riferimento. Tecnicamente parlando, il ricorso in appello consiste in un mezzo di impugnazione ordinario, mirato alla nuova analisi della sentenza di primo grado sia con riferimento al merito – ossia la ricostruzione precisa e dettagliata del fatto storico – sia con riferimento a possibili errori di applicazione ed interpretazione delle norme giuridiche – valevoli per il caso concreto – commessi da parte del precedente giudice.

Il ricorso in appello e il successivo giudizio d’appello hanno sempre ad oggetto la sentenza di primo grado. I giudici deputati a decidere in appello sono diversi da quelli del Tribunale, ossia del primo grado. Il successivo ed eventuale grado di giudizio è rappresentato dal ricorso per cassazione, valutato e deciso esclusivamente dalla Corte di Cassazione.

Il giudice dell’appello – una volta che il ricorso in appello è ritenuto ammissibile – emetterà la sua decisione in relazione ai punti ed ai capi della sentenza, considerati erronei dalla parte che ha impugnato la sentenza di primo grado, ossia il ricorrente in appello. Pertanto, il giudice d’appello
limiterà la sua analisi e la sentenza, ai soli aspetti della sentenza di primo grado, che siano stati indicati dal ricorrente, come sbagliati o non conformi al vero. In buona sostanza, chi ricorre deve ben delineare in forma scritta quelli che sono i motivi per cui la sentenza di primo grado è ritenuta giuridicamente non corretta ed anzi bisognosa di correzione, grazie all’apporto del giudice d’appello.

Va da sè, dunque, che il ruolo e la funzione del giudice del ricorso in appello si estende esclusivamente alle ragioni ed ai punti dedotti dalla parte ricorrente, non potendo toccare quanto della sentenza di primo grado, non sia stato oggetto di articolata impugnazione.

Il costo del ricorso in appello varia in base alla tipologia di giudizio cui si collega.

I costi dell’appello: ecco quali sono

Costi dell’appello nel processo amministrativo

Chiariamolo subito: è nell’ambito del processo amministrativo, che i cittadini sono tenuti a sostenere i costi più alti, se intendono ricorrere in appello. Infatti, c’è di mezzo l’importo elevato del contributo unificato, ossia quella particolare tassa che va versata per il mero fatto di servirsi della macchina della giustizia per stabilire chi ha ragione e chi ha torto. Detto contributo è regolato dalle norme di cui al DPR n. 115 del 2002, ossia il testo unico delle spese di giustizia.

In sintesi, per ricevere la valutazione e la decisione del Consiglio di Stato, competente nell’appello dei processi amministrativi, l’interessato potrebbe anche trovarsi a dover versare non meno di 9.000 euro. Ma non solo: a dette somme, vanno poi unite anche le separate spese di notifica, i costi per i diritti di cancelleria e, com’è ovvio, anche i costi dell’onorario del proprio legale. Ed attenzione alle conseguenze, se non si paga l’avvocato.

Va da sè che il ricorso in appello, in queste circostanze, dà luogo ad un esborso molto alto e occorre dunque valutare, di volta in volta, se davvero si hanno concrete possibilità di ribaltare la sentenza di primo grado, oppure no.

Costi dell’appello nel processo civile

Per quanto riguarda il ricorso in appello nell’ambito delle cause di diritto civile, occorre dire che le cifre sono complessivamente inferiori, ma non di molto. Infatti, anche qui pesa non poco il contributo unificato. Più nel dettaglio, l’importo del CU va da un minimo di 64,50 euro per le liti di valore modesto, fino a 1.100 euro, per giungere anche a 2.529,00 euro per le liti di valore al di sopra dei 520.000,00 euro. Il principio è quello della proporzionalità: più il valore della controversia cresce, più sale il costo del ricorso in appello. Anche in queste circostanze, non bisogna dimenticare le ulteriori voci di spesa rappresentate dall’onorario dell’avvocato, dalle spese di notifica e dai diritti di copia. Un’attenta valutazione, con il proprio avvocato, dell’opportunità di fare appello, è dunque anche qui assai consigliata.

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Costi dell’appello nel processo penale

Per quanto riguarda l’appello nel processo penale, in questo caso abbiamo invece un notevole taglio dei costi, giacchè non è dovuto il contributo unificato e neanche il costo di notifica, bastando il mero deposito dell’atto di impugnazione presso la cancelleria del tribunale. Anche qui, però, occorre ovviamente pagare l’onorario del proprio avvocato.

Concludendo, ricordiamo che per quanto riguarda l’argomento costi del processo, anche in relazione al ricorso in appello, trovano applicazione le norme di favore, previste in relazione al gratuito patrocinio a spese dello Stato, riservato ai meno abbienti.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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