Nuovo decreto covid in arrivo: le ultime novità e i punti critici

Pubblicato il 31 Marzo 2021 alle 13:10 Autore: Claudio Garau
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Nuovo decreto covid in arrivo: le ultime novità e i punti critici

Oggi in Consiglio dei Ministri è previsto un vertice relativo al nuovo decreto legge Covid che dovrà fare il punto della situazione per aprile. In effetti, si sta pensando ad un meccanismo che permetta un margine per le aperture per la metà del mese prossimo, laddove le Regioni possano contare su dati di contagio sensibilmente in calo. E’ chiaro che tutto dipenderà dall’evoluzione della curva epidemiologica da qui alle prossime settimane e dal progressivo incremento delle somministrazioni dei vaccini.

Intanto, in base a quanto si può apprendere da fonti di governo, la discussione sulle possibili riaperture dopo le festività pasquali è piuttosto accesa, stante anche la difficoltà di trovare una linea veramente condivisa anche con le Regioni. Facciamo allora il punto e vediamo che cosa al momento si sa circa il nuovo decreto covid.

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Nuovo decreto covid: al momento non c’è convergenza sulle riaperture

Sono dunque ore di intensa attività del Governo: l’esito finale emergerà a seguito del CdM, previsto per il pomeriggio di mercoledì 31 marzo. In verità, non dovrebbe esservi un automatismo per gli allentamenti alle misure restrittive, che toccherebbero anzitutto attività fortemente penalizzate, come bar e ristoranti. I lavoratori del settore potrebbero quindi tornare ad aprire a pranzo. Ma condizionale è d’obbligo. E attenzione: il nuovo decreto covid dovrebbe comunque escludere per tutto il mese di aprile la zona gialla.

Più nel dettaglio, non si registra un punto di vista veramente condiviso tra le forze politiche nel Governo: infatti se il centrodestra preme per un meccanismo di modifica delle misure non aleatorio, che favorisca la possibilità di riaprire – “lavoro, sport, vita”, è il motto usato in questi giorni dalla Lega – il centrosinistra e il M5S hanno un’idea diversa. Infatti, questi ultimi sarebbero orientati ad un atteggiamento di massima cautela, evitando ogni rischio di far credere ai cittadini alla concreta possibilità di riaperture, che dovranno essere giustificate da confortanti dati del contagio.

Il punto è che l’eterogeneità delle forze politiche in maggioranza risalta nuovamente, proprio sul tema delle ‘riaperture’. C’è il concreto rischio che la norma in oggetto per il momento salti, giacchè il confronto tra Ministri e tra opposte visioni è tuttora aperto: insomma, non si è ancora trovato un compromesso e c’è chi spera nell’intervento risolutore e di sintesi che spetterà al Premier Draghi.

In Italia intanto le proteste contro le chiusure non si fermano

Nell’ambito dei lavori sul nuovo decreto covid, la vera difficoltà è ideare un meccanismo efficace delle riaperture, tenendo conto degli ultimi bollettini dei morti per pandemia. Ma non può essere trascurato anche il grave problema socio-economico rappresentato dalle tantissime attività, che hanno abbassato definitivamente le saracinesche a causa delle chiusure. Ad esempio nel Lazio, come riporta il Messaggero, sono falliti 100 negozi al giorno nelle ultime due settimane. C’è chi amaramente sottolinea che se è vero che si va verso una riapertura – forse prima di maggio – molti commercianti non la potranno neanche vedere.

Anzi, in tutta Italia sono partite feroci proteste verso il nuovo prolungamento delle misure restrittive volute dal Governo Draghi. La Regione Campania, in base alle nuove ordinanze, è finita nuovamente in zona rossa e nella giornata di oggi a Napoli i commercianti sfidano i divieti imposti dalle autorità, tenendo le serrande alzate. Non solo: Confcommercio ha già annunciato ufficialmente la manifestazione di protesta contro i provvedimenti dell’Esecutivo, cui aderiranno non pochi negozianti della regione.

La situazione non è positiva neanche in Puglia, che, in base alle nuove disposizioni, è ora in zona rossa rafforzata. Ma un po’ in tutta Italia, è sempre più evidente lo sconforto e la rabbia dei ristoratori, lavoratori dello spettacolo, della cultura, dello sport, del turismo, negozianti di calzature e abbigliamento. Gli esercenti si attendevano un cambio di passo col nuovo governo, ma per il momento sembra prevalere in loro la delusione.

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Che cosa prevederà il nuovo decreto?

In base a quanto è stato possibile apprendere nelle ultime ore, per tutto aprile sarà assai difficile vedere nuovamente zone gialle o bianche in Italia. Molto probabilmente, sarà necessario aspettare il mese di maggio o poter contare contare su un massiccio potenziamento della campagna di vaccinazione, in tutta Italia. Il nuovo decreto covid che sarà discusso in Consiglio dei Ministri, prevede insomma una penisola tutta arancione anche dopo le festività pasquali, ossia dal 7 al 30 aprile.

Ciò in ragione della necessità di contrastare l’assai contagiosa variante inglese del coronavirus che ormai, nel territorio italiano, costituisce la stragrande maggioranza dei casi (circa il 90 % secondo l’Iss).

Tanti in verità gli elementi di rilievo che, presumibilmente, troveranno spazio nel nuovo decreto legge covid, oggi in CdM: ad esempio, obbligo di vaccinarsi non soltanto per i medici a contatto con i malati ma per tutto il personale che lavora in strutture sanitarie. Ma anche viaggi blindati nelle festività pasquali, con quarantena obbligatoria al rientro per tutti gli italiani che andranno all’estero per turismo; niente zone gialle e stop agli spostamenti tra le regioni; coprifuoco confermato dalle 22; ok ai concorsi pubblici; verifiche e controlli a metà aprile per valutare un possibile allentamento anticipato delle misure.

Il nuovo decreto covid – nella sua versione finale – potrebbe, tuttavia, ammorbidirsi almeno un po’, a seguito delle tensioni nella maggioranza tra ‘aperturisti’ e ‘rigoristi’. Si ipotizza ora che i ristoranti, almeno in alcune zone, possano tenere aperto a pranzo, in caso di dati confortanti. Previsto, in ogni caso, il ritorno a scuola dei bimbi di nidi, materne, elementari e prima media – ma resta al momento da chiarire la questione tamponi al primo giorno di scuola.

Concludendo, ribadiamo dunque che il decreto legge covid, che entrerà in vigore dal 7 aprile, sarà nelle prossime ore sul tavolo del CdM: non resta che attendere gli ultimi sviluppi.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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