Tasse aprile 2021: per il FMI serve una nuova tassa Covid. Ecco perchè

Pubblicato il 9 Aprile 2021 alle 12:23 Autore: Claudio Garau
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Tasse aprile 2021: per il FMI serve una nuova tassa Covid. Ecco perchè

Il tema delle tasse, tra obblighi gravanti sui contribuenti nel mese di aprile e necessità sempre maggiore di procedere ad una riforma strutturale di tutto il fisco italiano, permane tra quelli di importanza primaria. Proprio la materia delle tasse aprile 2021, ci pone di fronte ad una proposta anti-crisi, formulata dal FM internazionale proprio in questi giorni. Ci riferiamo ala “ricetta” del Fondo, che comporterebbe l’introduzione di una nuova tassa Covid, ossia una sorta di nuova patrimoniale per contrastare l’emergenza sanitaria, ma anche e soprattutto economica. Vediamo più da vicino i dettagli di questa proposta.

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Tasse aprile 2021: una patrimoniale per favorire la ripresa post pandemia

Di patrimoniale – come ben sappiamo – molto si è ragionato e discusso negli ultimi anni, a livello interno. Senza mai trovare, peraltro, un vero e proprio compromesso. Ora, anche a livello internazionale, il tema è diventato cruciale: d’altronde si tratta di trovare soluzioni ed elaborare nuovi progetti che consentano di uscire dalla crisi e di vedere la luce in fondo al tunnel. E’ in gioco l’economia non soltanto italiana, ma anche europea e planetaria.

L’ipotesi prospettata dal FMI, che non ha mancato di suscitare umori contrastanti, è quella di introdurre una nuova tassa. Ebbene sì, in tema di tasse aprile 2021, si farebbe strada una patrimoniale ad hoc, che su impulso del Fondo, vada a colpire proprio i redditi più alti. La finalità, del tutto evidente, sarebbe quella di sfruttare quanto incassato dalla patrimoniale citata, per favorire una più rapida ripresa finanziaria dei paesi più colpiti dagli effetti combinati di pandemia e lockdown.

Non deve dunque stupire che, nel suo rapporto semestrale di monitoraggio fiscale, il Fondo monetario internazionale abbia domandato significative modifiche fiscali nazionali e internazionali, nel chiaro scopo di incrementare la disponibilità di denaro da assegnare ai servizi pubblici. In quest’ottica, si favorirebbe altresì il raggiungimento, da parte degli Stati (Italia inclusa), degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.

La nuova tassa contribuirebbe alla redistribuzione delle ricchezze

Una strategia di ampio respiro potrebbe definirsi quella del FMI, che entra prepotentemente nella materia delle tasse aprile 2021 e che vorrebbe, in qualche modo, contrastare le disuguaglianze e disparità tra ricchi e poveri, che nell’ultimo anno, si sono ulteriormente ampliate, a causa della pandemia e della crisi dell’economia e del mercato del lavoro, che ne sono derivate.

Da qui l’esigenza di progettare un intervento in materia fiscale, il quale in qualche modo consenta la redistribuzione delle risorse e delle ricchezze in maniera più equa, e secondo logiche di re-equilibrio.

Chiarificatrici le parole utilizzate dal Fondo monetario, per giustificare la nuova patrimoniale: “Per aiutare a soddisfare le esigenze di finanziamento legate alla pandemia, i rappresentanti politici potrebbero prendere in considerazione un contributo temporaneo di recupero, riscosso su redditi elevati o ricchezza. In tema di tasse aprile 2021, l’ipotesi sul tavolo sarebbe dunque quella di una patrimoniale ‘a tempo’, che andrebbe a gravare sui proprietari di grandi patrimoni e titolari di redditi alti.

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Chi sarebbe nel mirino della nuova patrimoniale?

Il Fondo monetario ha altresì segnalato che i Paesi – Italia compresa – avrebbero già da ora tutti gli strumenti per individuare chi può e deve contribuire alla rinascita economica dopo il coronavirus. Tra i soggetti che andrebbero a pagare la nuova patrimoniale, le aziende e le grandi multinazionali che, anzi, negli ultimi mesi hanno saputo trarre vantaggi dall’impatto della pandemia sul globo.

In particolare, Paolo Mauro, vicedirettore del dipartimento per gli affari fiscali del FMI, ha chiarito che, in virtù dell’introduzione di aiuti e agevolazioni per far fronte all’emergenza pandemia, c’è stata invece una “erosione” delle tasse versate anche per i redditi più alti. Perciò i governi dovrebbero considerare concretamente di prevedere nuove tasse più elevate su proprietà, plusvalenze ed eredità. Mauro ha parlato esplicitamente di un possibile “contributo di recupero Covid-19, un supplemento sull’imposta personale o sull’imposta sul reddito delle società“.

Concludendo, il Fondo monetario, sempre nell’ottica della nuova patrimoniale che si intreccia con l’ampia materia delle tasse aprile 2021, ha anche supportato pubblicamente l’appello del segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, che vorrebbe l’introduzione di un’aliquota fissa per le grandi società, obbligandole al pagamento di una sorta tassa standard. Vedremo presto se queste proposte saranno prese in seria considerazione anche in Italia.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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