Pensione anticipata: Tridico propone la pensione in 2 quote. I dettagli

Pubblicato il 28 Aprile 2021 alle 12:14 Autore: Claudio Garau
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Pensione anticipata: Tridico propone la pensione in 2 quote. I dettagli

E’ ben noto che in questo periodo la riforma del settore pensioni è finalmente sentita ben più che in passato. Ora che, a seguito del Recovery Plan, ci si appresta a salutare Quota 100 entro fine anno, il dibattito sul futuro del sistema pensionistico italiano è quanto mai vivace.

Proprio il discusso Presidente dell’Inps Pasquale Tridico dice la sua sulla nuova pensione anticipata, proponendo di dividere la pensione in due quote, una contributiva a 62-63 anni e l’altra retributiva a 67 anni. Questo è dunque il contenuto in sintesi dalla proposta in tema di riforma del sistema pensionistico italiano, che Tridico ha spiegato in occasione del convegno “Pensioni: 30 anni di riforme”. Vediamo più nel dettaglio.

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Pensione anticipata: le due quote per ‘riequilibrare’ il sistema

Le parole del Presidente Inps sono piuttosto chiare sul punto: “L’anticipo pensionistico per la parte contributiva si potrebbe dare a 62-63 anni, mentre il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe a 67 anni“. Parafrasando queste dichiarazioni, la novità sarebbe che la pensione anticipata comporterebbe una penalizzazione che, tuttavia, si esaurirebbe al compimento dell’età di accesso alla pensione di vecchiaia. Tridico ha anche suggerito che potrebbe essere conveniente studiare di chiedere un anno in meno di contributi per ciascun figlio e un anno in meno ogni 10 anni di lavori usuranti o gravosi.

Il Presidente Inps ha poi aggiunto che è necessario pensare a nuovi strumenti capaci di introdurre un regime di “flessibilità strutturale del pensionamento, collegata al metodo contributivo”. Ciò in relazione proprio alle regole della discussa legge Fornero in materia pensionistica e che ha portato la pensione di vecchiaia a 67 anni (inclusi gli incrementi correlati all’aspettativa di vita di cui alla normativa precedente). E’ ben noto altresì il rischio dello ‘scalone’ a seguito del tramonto di quota 100 a fine 2021.

Anzi, per Pasquale Tridico l’intero discorso sulla pensione anticipata e sulla riforma pensioni andrebbe rivisto, permettendo un’uscita dal mondo del lavoro, sulla scorta di requisiti meno rigidi, servendosi del “ricalcolo contributivo per garantire l’equilibrio attuariale”. Non solo: lo Stato dovrebbe essere in grado di garantire requisiti meno stringenti bassi per coloro che svolgono lavori usuranti, gravosi o pericolosi.

Aspettativa di vita, lavoratori fragili, Ape sociale: che cosa ha detto Tridico

L’intervento del Presidente Inps sul tema della pensione anticipata e del più generale ripensamento dell’intero sistema, in occasione del convegno citato, ha toccato vari aspetti. Per esempio, Tridico ha spiegato che sarebbe necessario tenere conto dell’aspettativa di vita differente per i vari lavori e servirebbe “abbassare a 2,5 il coefficiente (oggi a 2,8 ) rispetto alla pensione minima con 64 anni di età“.

Non solo: Pasquale Tridico ha anche lanciato la proposta di un “pensionamento anticipato sperimentale nel periodo post-pandemico per i cosiddetti. “lavoratori fragili” (es. i lavoratori immunodepressi e i pazienti oncologici)”. Secondo le stime del Presidente Inps, si tratterebbe di un numero di persone complessivamente non elevato, e che dunque comporterebbe costi minori rispetto al meccanismo di quota 100.

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Secondo il numero uno dell’Istituto di previdenza, anche l’Ape Sociale andrebbe riveduta e corretta, anzi rafforzata. Si sta parlando infatti di uno strumento che è stato prorogato soltanto fino a fine anno. Urgerebbe dunque anche un rilancio di questa misura. In conclusione, l’intervento di Tridico sul tema della pensione anticipata e della riforma strutturale del settore ha preso in considerazione anche il delicato tema della staffetta generazionale e quello dell’utilizzo del contratto di espansione. Si potrebbe dunque estenderlo nei confronti delle aziende con meno di 250 lavoratori.

Ma come si può ben notare siamo ancora sul piano delle idee e dei progetti: non resta che seguire l’evolversi del dibattito in materia pensionistica, per capire se la proposta di dividere la pensione in due quote, contributiva a 62-63 anni e retributiva a 67, avrà seguito oppure no.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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