Sondaggi elettorali Swg, scendono tutti i maggiori partiti

Pubblicato il 14 Febbraio 2024 alle 17:33 Autore: Gianni Balduzzi
sondaggi elettorali, volti di politici

Cresce l’astensione, +5% in una settimana

È tradizione, la disaffezione verso i partiti al governo o comunque verso quelli più grandi all’inizio si manifesta soprattutto verso un rifugio nell’astensionismo più che con il voto verso altri partiti. È quello che sta accadendo secondo i sondaggi elettorali Swg.

Che vedono Fratelli d’Italia scendere ancora, come nelle ultime settimane, ed andare sotto il 28%, dopo avere perso altri due decimali. Ad approfittarne però non è nessuno dei principali altri partiti, né alleati né di opposizione.

È probabile che i suoi voti stiano finendo, appunto, nell’astensione, che sale del 5% dal 36% al 41%. Il Pd, invece, riscende sotto il 20%, lasciando sul terreno tre decimali e scivolando al 19,7%, mentre il Movimento 5 Stelle ne perde due e va al 15,7%.

In arretramento anche la Lega, che va dall’8,5% all’8,3%, mentre Forza Italia è ferma al 7,3%. Stabile, al 4,3%, è anche Azione, come i suoi ex alleati di Italia Viva, al 3,1%.

Chi cresce allora? Quasi tutti i partiti più piccoli. Verdi e Sinistra avanzano dello 0,2% e sono al 4,2%, mentre +Europa va dal 2,4% al 2,5%. Su di un decimale anche Italexit, all’1,7%. Unione Popolare guadagna lo 0,2% ed è all’1,5%, mentre supera l’1%, salendo dallo 0,8% all’1,1% Democrazia Sovrana e Popolare. Giù di un decimale, invece, Sud Chiama Nord, all’1%. Le altre liste sono insieme all’1,7%.

Certo, buona parte di questi incrementi può essere l’effetto matematico della diminuzione dell’elettorato, a causa della maggiore astensione, e in realtà il voto per queste formazioni sono rimasti pressoché gli stessi.

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Sondaggi elettorali Swg, per il 54% gli agricoltori hanno ragione

Gli ultimi sondaggi elettorali di Swg si occupano anche delle proteste degli agricoltori. Se il 28% pensa che siano giuste e si sente dalla parte anche di chi è sceso in piazza, un altro 36% è comunque d’accordo con loro. Solo l’11%, concentrato tra chi è all’opposizione, pensa che le proteste siano sbagliate, e solo il 4% è del tutto contrario anche ai loro metodi.

Tra i motivi del disagio degli agricoltori vengono citate le importazioni dai Paesi che non seguono le regole della Ue, nominate dal 37%, ma anche i prezzi troppo bassi e la riduzione dell’uso di diserbanti nelle direttive europee, citate dal 36%. Il taglio delle esenzioni fiscali italiane sono nominate dal 29%.

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Sempre secondo questi sondaggi elettorali la grandissima maggioranza, il 78%, è d’accordo sull’esigenza che il settore agricolo investa in innovazione, ma la stessa percentuale afferma che i margini di guadagno sono troppo bassi.

C’è la convinzione che la protesta sia soprattutto contro l’Unione Europea. È questa l’opinione del 57%, mentre solo per il 17% è contro il governo italiano e per l’11% contro le multinazionale. Il 47% crede che la Ue dovrebbe modificare la legge sul dimezzamento dell’uso dei pesticidi, ma senza eliminarla.

Solo pochi, però, il 16%, che scende al 9% tra i sostenitori degli agricoltori, sanno qual è la percentuale del bilancio europeo destinato proprio all’agricoltura, ovvero tra il 21% e il 30%. La grande maggioranza pensa che sia meno, per il 52% non supera il 10%

Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati tra il 7 e il 9 febbraio con metodo Cawi su 500 soggetti. La parte sulle intenzioni di voto, invece, è stata realizzata tra il 7 e il 12 febbraio con metodo Cati-Cami-Cawi su 1.200 soggetti.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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