Renzi punta su Giddens e licenzia l’eguaglianza

Pubblicato il 15 Settembre 2012 alle 13:38 Autore: Carlandrea Poli

Sulla gestione della finanza pubblica si scende molto più nel dettaglio. Gli strateghi di Renzi si sono affidati ai dati di Astrid per sostenere la tesi di una possibile riduzione del debito dal 124 al 107% entro il 2017 mediante un piano di cessione del patrimonio immobiliare da 72 miliardi, privatizzazioni per 40 miliardi e una monetizzazione delle concessioni statali per 30 miliardi. Altri 34 miliardi deriverebbero da tagli tout court alla spesa pubblica. La vera scommessa però è il recupero dell’evasione fiscale: vale 36 miliardi secondo il sindaco e andrebbe ad alimentare un fondo per la riduzione della pressione fiscale. I canali privilegiati sarebbero i precari, destinatari di un bonus di 1.000 euro l’anno e i redditi inferiori ai 2.000 euro netti mensili, che risparmierebbero 100 euro attraverso le detrazioni. Sì, perché nei prossimi 5 anni un eventuale governo Renzi è intenzionato in partenza a non rivedere le aliquote fiscali.

Quello che sembra essere al momento il fulcro del programma, in qualche modo la sua anima, è il piano per gli asili pubblici. Entro il 2018 dovranno poter ospitare il 40% dei bambini, creando quindi 450.000 posti in più. Con un costo di 13 miliardi di investimenti e di 3 miliardi in più di spesa corrente. In questo settore è forte l’ispirazione da sindaco di Firenze, ma soprattutto è forte il richiamo alla stella polare di ogni buon liberal blairiano: Anthony Giddens. Si deve al sociologo britannico la definizione di welfare positivo, da cui deriva l’idea di dare alle madri più che sussidi posti negli asili per accudire i figli in maniera da permetter loro di lavorare. E, manco a dirlo, le pagine sul welfare culminano sulla necessità di incrementare l’occupazione femminile – particolarmente bassa in rapporto alla media europea – spingendosi a ipotizzare delle azioni positive per incentivare l’assunzione delle donne.

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L'autore: Carlandrea Poli

Nato a Prato il 27/06/1987 giornalista pubblicista, ha cominciato a collaborare con alcune testate locali della sua città per poi approdare al Tirreno. Appassionato delle molte sfaccettature della politica, ha una predilezione per la comunicazione, l'economia e il diritto. Adora il neomonetarismo, l'antiautoritarismo della scuola di Francoforte e prova a intonare nel tempo libero con scarso successo le canzoni di Elisa Toffoli. Su Twitter è @CarlandreaAdam
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