Ucraina-Europa, Lettera aperta a Grishchenko

Pubblicato il 5 Novembre 2012 alle 10:46 Autore: Marco Residori

Chiudo questa lettera aperta con tre appelli. Il primo rivolto a Lei, i secondi due solo incidentalmente.

Le chiedo, caro Konstantin Grishenko, di essere più cauto nelle sue dichiarazioni via stampa una prossima volta. O quantomeno di poter argomentare le posizioni che pretende di sostenere perché altrimenti qualche giornalista o addetto ai lavori, con una readership molto più ampia della mia, potrebbe costringerLa a ritrattarle, e ciò non sarebbe bene per l’ingresso del suo Paese all’interno della comunità europea, e immagino questa sia una delle cose che Le sta più a cuore.

Chiedo cortesemente alle istituzioni europee di porre, a difesa di concetti vitali per le fondamenta di qualsiasi Stato come quelli sopra descritti, un ferreo rispetto di validi criteri di ammissione in tema di allargamento europeo, capaci quando necessario di prevalere su materie di interesse geo-politico (gas, delocalizzazione in mercati con costo del lavoro irrisorio), in quanto altrimenti qualche giornalista o addetto ai lavori, con una readership molto più ampia della mia, potrebbe costringerle sul banco degli imputati e ciò non sarebbe bene per gli scopi che la comunità tenta di prefiggersi, e immagino questi siano una delle cose che stanno loro più a cuore.

Chiedo, infine, molto molto cortesemente ai terzomondisti e agli arcobalenisti di smetterla di sostenere inutili polemiche sulla malvagità di espressioni quali “esportare la democrazia”. In società come quella ucraina, il modus operandi descritto sopra, è totalmente capillare, non permettendo così alcuna possibilità di riforma che parta dall’interno. L’aiuto di chi all’interno del vago termine democrazia include due concetti tanto fondamentali quanto poco conosciuti in questa parte di Europa, quali Stato di diritto Stato fiscale, diviene qui fondamentale, salvo messianicamente voler attendere un segno provvidenziale che possa cambiare le cose. Qui “esportare la democrazia” significa tagliare le teste di un’élite politico-economica che ha perpetrato e capillarizzato un sistema totalmente corrotto che garantisce loro privilegi e condanna una maggioranza della popolazione, sempre più inerme e impedita all’azione, a una condizione di miseria non solo materiale ma anche di rappresentanza democratica. Abbandonare i loft per credere, grazie.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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