Scozia, Cameron a scuola di Gerrymandering in salsa indipendentista
L’indipendenza sarebbe di gran beneficio elettorale per la destra britannica. Tutto a spese dei laburisti, che potrebbero avere il problema opposto. Attualmente il partito di Ed Milliband conduce nei sondaggi col 42% di intenzioni di voto contro il 33% dei Cons e il 9% dei Libdem. Secondo una proiezione di Ukpollingreports i laburisti otterrebbero una maggioranza di 98 parlamentari. Vantaggio che si dimezzerebbe “amputando” dalla cartina elettorale la Scozia. Qualora dovesse buttare male fra tre anni, per Cameron la prospettiva di recuperare qualche punto percentuale e di affidarsi nuovamente ad una Camera “appesa” sarebbe la migliore delle prospettive. In caso di inversione del trend elettorale, poi, i Tories beneficerebbero di una maggioranza ampliata.
Un capolavoro di “Gerrymandering” che – paradosso dei paradossi – in questo caso sarebbe tanto sfacciato da brillare per trasparenza e chiarezza. Nessun disegno tortuoso dei collegi elettorali, a differenza di quanto fece l’inventore del genere, l’indimenticato governatore del Massachusetts Elbridge Gerry. Impossibile individuare il classico “effetto salamandra”, simbolo politicamente riconoscibile ma una domanda ci si dovrà porre assieme al quesito sull’indipendenza scozzese: pagherà cotanta furbizia in terra britannica?