Berlusconi contro tutti: la probabile efficacia di un novello CLN

Pubblicato il 31 Dicembre 2009 alle 10:00 Autore: Salvatore Borghese

(NB: il totale effettivo della Camera è di 630: non sono conteggiati infatti il seggio della Val d’Aosta, i seggi ottenuti dal Svp nelle province autonome di Trento e Bolzano e i 12 deputati eletti all’estero)

Vediamo quindi che, nonostante la vicinanza in termini di percentuali complessive ottenute dalle due coalizioni, il centrodestra avrebbe comunque, grazie al premio di maggioranza nazionale del 55%, un’ampia maggioranza alla Camera – così come avvenuto all’Unione di Prodi nel 2006.

Il discorso, come molti avranno intuito, è ben diverso al Senato. Qui, nonostante le proporzioni tra le due coalizioni ipotetiche restino più o meno immutate (49,5 a 47,8 a vantaggio del centrodestra), i premi di maggioranza assegnati a livello regionale causerebbero una situazione molto più instabile, come mostrato dalla seguente figura:

clnsenato2008

Non bastassero i pochissimi seggi di vantaggio del centrodestra, bisogna anche considerare i 7 seggi dei senatori a vita (in maggioranza “ostili” al centrodestra), gli 8 seggi di Val d’Aosta e Trentino Alto Adige e i 6 seggi delle circoscrizioni estere (per la verità equamente ripartiti anch’essi tra centrodestra e Fronte democratico), non mostrati nel grafico.

In particolare, il centrodestra vincerebbe il premio di maggioranza in sette regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Campania, Puglia e Sicilia) e il Fronte democratico in dieci (Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sardegna), risultando maggioritario anche in Molise (che però assegna solo due seggi, dunque uno per parte).

In definitiva, alla domanda se un eventuale “Fronte democratico” sarebbe efficace, non solo per scongiurare una nuova imposizione di Berlusconi e dei suoi alleati più fedeli, ma soprattutto per ottenere una maggioranza con un minimo di autonomia, utilizzando i dati delle elezioni politiche 2008 la risposta è decisamente un “no”.C’è però da fare un’importante considerazione: è vero che i dati 2008 sono attendibili per una stima di questo tipo, in quanto ci dicono immediatamente, senza bisogno di “spostare” dati da un partito all’altro, quanti avrebbero votato “per” Berlusconi e quanti “contro” di lui in uno scenario appunto da “Silvio contro tutti”; ma è vero altresì che i dati delle Politiche 2008 furono il risultato di un clima totalmente differente da quello che sarebbe lecito aspettarsi oggi: all’epoca c’era la necessità percepita, da parte di gran parte dell’elettorato, di superare l’esperienza, giudicata negativa, del governo Prodi. Difficile dire se, una volta forzata la mano, Berlusconi troverebbe nuovamente il consenso della maggioranza degli elettori. Senza contare l’incognita derivante dalle eventuali scelte di Gianfranco Fini e di quella parte (sia pur molto minoritaria) del Pdl che non si riconosce interamente in Silvio Berlusconi.

Per questo, allo scopo di simulare dei rapporti di forza più verosimili nell’ambito di uno scenario simile, sarebbero più appropriati i dati di elezioni più recenti. E nel prossimo articolo vedremo dunque che risultato darebbe l’ipotetico scontro Centrodestra-Fronte democratico con gli stessi dati avutisi alle Europee 2009.

 

Salvatore Borghese

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Salvatore Borghese