I Marxisti per Tabacci. La mitizzazione tardiva dell’universo sovietico

Pubblicato il 19 Novembre 2012 alle 17:38 Autore: Livio Ricciardelli

In secondo luogo c’è la risposta più banale. Perché proprio Tabacci? A questa domanda la risposta più semplice, forse fin troppo, non può che essere questa: essendo primarie di una coalizione di centrosinistra si ironizza sul fatto che, quello che teoricamente dovrebbe essere il candidato più “di destra” o più “centrista”, in realtà è colui che ci guiderà verso il tanto atteso socialismo. Emerge in questo caso l’effetto sorpresa: non ve l’aspettavate, ma l’unico voto per il socialismo reale è quello dato al candidato più insospettabile e meno quotato (assieme a Laura Puppato della coalizione).

Infine, cosa da non sottovalutare, c’è un tema culturale legato alla vicenda della sinistra italiana. Perché proprio ora sorge la necessità di fare ironie su un centrista, Tabacci, che diventa un convinto comunista? Perché a questo punto non sono state ideate analoghe trovate per le primarie di coalizione del 2005 che per esempio vedevano in campo un democristiano doc come Clemente Mastella?

La sensazione, per quanto parziale provenendo alla fin fine da una semplice pagina web, è che parte del Pd che in questa fase si riconosce nella linea politica e nella candidatura di  Pier Luigi Bersani abbia riscoperto l’amore per un certo tipo di kitsch di impronta sovietica tesa ad ironizzare su quello stesso mondo. E’ come se sorgesse la necessità, per paradosso, di invocare e mitizzare sotto forma di ironia un certo modo di vedere la sinistra e gli sbocchi che essa può avere nella società italiana.

Non è escluso che questo approccio genuino sia sintomatico di un mutamento antropologico legato a parte del gruppo dirigente di base e dei militanti del Pd. Infatti un tempo probabilmente si sarebbero mitizzate altre “società ideali” anziché quella sovietica. E probabilmente per ridere e per scherzare prima di rimettere in pista l’iconografia sovietica, figlia laica delle icone della chiesa ortodossa diffusa nel mondo slavo e orientale, ci sarebbero state molte più resistenze psicologiche.

In questo modo scherzando sul tovarish Tabacci si rivedono immagini e si intuiscono atmosfere che forse qualche tempo fa, una parte non meglio definita del nostro cervello, avrebbe fatto di tutto per rimuovere al più presto dalla nostra mente.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →