Primarie, l’analisi del voto al primo turno

Pubblicato il 30 Novembre 2012 alle 15:27 Autore: Matteo Patané
primarie pd

Malgrado fosse ampiamente attesa, la necessità di un secondo turno di ballottaggio ha in qualche modo sminuito la prestazione di Bersani in favore di quella di Renzi, spesso ben oltre i punti percentuale che dividono i due candidati che si sfideranno domenica 2 dicembre al ballottaggio.
Per spiegare l’exploit del sindaco di Firenze i suoi sostenitori calcano l’accento sulla vittoria nelle regioni rosse ed evidenziano come sia il popolo stesso di centrosinistra a domandare un rinnovamento radicale, mentre i suoi detrattori motivano il risultato con le infiltrazioni provenienti dal centrodestra e come una certa insofferenza verso i sistemi di potere che in Toscana, Umbria e in parte nelle Marche hanno amministrato le realtà locale in maniera ininterrotta per decenni.
L’analisi dei dati e in particolare il raffronto con il 2009 consentono di smarcare almeno in parte questi dubbi.

Confronto elezioni primarie 2009 e 2012

Rispetto alle primarie 2009 l’affluenza è salita di alcune migliaia di unità; ciò rende i due eventi assolutamente paragonabili, sebbene rispetto al 2009 il panorama politico sia profondamente mutato e le consultazioni avessero di fatto significati differenti.
Nel 2009 un PD in crisi dopo le Europee affidava a Bersani le proprie speranze di rinascita, oggi un centrosinistra inserito in un contesto multipolare si consulta per scegliere un leader che, salvo stravolgimenti dell’ultima ora, sarà con ogni probabilità il prossimo Presidente del Consiglio.
Malgrado il differente perimetro dei votanti, le differenti regole di voto e il differente panorama politico, è interessante e assai indicativo osservare come un valore sostanzialmente invariato a livello nazionale nasconda profonde differenze a livello regionale.

Cartogramma dell’affluenza 2012 su base 2009

Considerando la normale mappa dell’Italia il voto del 2009, il cartogramma riportato mostra come i delta di affluenza tra il 2012 e il 2009 abbiano sgonfiato o gonfiato le varie regioni del Paese.

Le regioni del sud, in massima parte, disertano il voto: -75.000 votanti in Campania, -50.000 in Sicilia, -40.000 in Calabria, -30.000 in Sardegna. Un andamento estremamente netto che solo in Puglia trova un argine seppur parziale nella candidatura di Vendola, politico – come si è anche visto dai risultati – più locale che nazionale in grado di arginare la fuga dal voto ad un modesto ma comunque significativo -10.000. È particolarmente significativo che queste siano le regioni dove Bersani vince, sia pure perdendo in voti assoluti e percentuali rispetto al 2009. Al sud Bersani tiene, Vendola fuori dalla Puglia non sfonda e Renzi è evanescente. Né il sindaco di Firenze né il presidente della Puglia, in sostanza, paiono essere in grado di farsi apprezzare dall’elettorato meridionale.

La situazione è completamente differente al nord. Qui solo il Veneto mostra un calo significativo dei votanti (-10.000), mentre le altre regioni appaiono stazionarie o in incremento (Piemonte +20.000, Lombardia +80.000). Bersani vince in tutte le regioni del nord, seppure non con distacchi abissali. È importante osservare come non vi siano correlazioni definitive tra l’incremento dei votanti ed i risultati di Renzi: il sindaco di Firenze va bene tanto in Piemonte quanto in Veneto, mentre ha stentato di più in Lombardia. Non è quindi corretto limitare alle invasioni da destra gli ottimi risultati di Renzi, ma al tempo stesso è altrettanto sbagliato pensare che i nuovi votanti delle primarie siano tutti per lui. I flussi sono nettamente più complessi di quanto un’analisi superficiale possa permettere di comprendere, ma già da subito permettono di sfatare i luoghi comuni più abusati dai commentatori politici.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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