Ballottaggio delle primarie, l’analisi del voto

Pubblicato il 7 Dicembre 2012 alle 11:03 Autore: Matteo Patané
bersani

Se da molti, soprattutto dopo il primo turno, la vittoria di Bersani era apparsa in ogni caso ormai scontata, l’entità del distacco e le modalità attraverso cui il risultato definitivo è stato raggiunto offrono spunti assolutamente rilevanti.

Bersani raccoglie 1.706.457 voti, mentre Matteo Renzi si ferma a 1.095.925 preferenze. Nel corso del primo turno i due si erano fermati rispettivamente a 1.414.847 e 1.120.176.
Questo significa che il segretario PD ha guadagnato 291.610 voti, mentre il sindaco di Firenze ne ha persi 24.251. D’altra parte, Bersani poteva contare sull’endorsement di tutti i candidati sconfitti al primo turno, Tabacci, Puppato e soprattutto Vendola, mentre Renzi in qualche modo era costretto a strappare con le unghie e con i denti i voti non solo a Bersani, ma anche agli altri candidati (e uno dei fattori di analisi più interessanti è proprio il tasso di fedeltà degli elettori ai propri leader di riferimento); proprio per questa ragione il tema dell’allargamento della platea elettorale, sopito durante tutto il primo turno, è diventato così dirimente al momento del ballottaggio: era chiaro che solo cambiando la composizione dei partecipanti il sindaco di Firenze avrebbe avuto delle chance di vittoria.

Confronti tra primo turno e ballottaggio
delle primarie del centrosinistra 2012

La tabella sopra riportata evidenzia i rapporti nel voto tra il primo ed il secondo turno, disaggregando i dati su base provinciale.
I dati calcolati, pur non arrivando alla precisione di altre tecniche statistiche, permettono di offrire un dettaglio dei flussi di voto sufficientemente preciso e affidabile per trarre alcune conclusioni di profonda importanza politica.

In primo luogo emerge il dato squisitamente geografico: le cinque province migliori di Matteo Renzi sono nell’ordine Arezzo, Pistoia, Prato, Lucca e Firenze, quindi tutte province toscane. Un dato certamente atteso, che dimostra da un lato come il sindaco di Firenze ottenga – al di là del classico supporto di bandiera – un apprezzamento notevole da chi ha avuto modo di constatare direttamente il suo operato, ma dall’altro come Renzi si sia dimostrato incapace di conquistare in campagna elettorale gli elettori di centrosinistra delle altre regioni. Uno smacco mediatico che sicuramente dovrà far riflettere il sindaco di Firenze.
Bersani, d’altro canto, ottiene i propri migliori risultati in quattro province sarde e una calabra: nell’ordine Vibo Valentia, Ogliastra, Nuoro, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias. L’ottimo risultato sardo di Bersani, che ricalca in buona parte quello delle primarie 2009, deriva indubbiamente dall’appoggio incondizionato del PD locale, dove nessun dirigente di peso si è speso per Renzi; non è tuttavia nemmeno da sottovalutare l’endorsement del sindaco cagliaritano Zedda, indubbiamente in grado di portare ampiamente acqua al mulino di Bersani.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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