Ballottaggio delle primarie, l’analisi del voto

Pubblicato il 7 Dicembre 2012 alle 11:03 Autore: Matteo Patané
bersani

Come già era emerso nel corso del primo turno, non è possibile identificare una correlazione diretta tra i risultati dell’uno e dell’altro candidato e l’affluenza alle urne: se infatti si considerano le province in cui il calo dell’affluenza tra primo e secondo turno è stato maggiore si trovano Barletta-Andria-Trani, Bari, Napoli, la circoscrizione estero e Brindisi: in tre casi su cinque si tratta di province pugliesi, e in un altro caso, Napoli, di una realtà dove comunque Vendola aveva ottenuto ottimi risultati. Il maggior apporto al calo dell’affluenza tra primo e secondo turno, quindi, è da identificare senza ombra di dubbio nei molti elettori vendoliani che nell’impossibilità di votare il proprio leader si sono rifugiati nell’astensione.
Al contrario, le province più fedeli tra primo e secondo turno si sono dimostrate Prato, Mantova, Arezzo, Reggio Emilia e Siena. È indubbiamente vero che tre su cinque sono toscane e quindi feudi renziani, ma è anche vero che tutte e cinque sono parte della cosiddetta “zona rossa” dell’Italia: la vera correlazione che si cela nella partecipazione al ballottaggio, quindi, è da ricercarsi più nell’orientamento politico generale a livello geografico che alle zone di influenza dei due candidati. La partecipazione al secondo turno delle primarie è stata maggiore nelle aree tradizionalmente di sinistra, dove il senso di appartenenza e di militanza all’area politica sono vissuti anche e soprattutto come partecipazione.

Per comprendere tuttavia il reale peso dell‘elettorato dei candidati esclusi al primo turno nelle operazioni di ballottaggio sono stati messi a confronto i risultati del secondo turno con la somma dei voti presi da Renzi e Bersani al primo: in cinque province su 111 (contando metaforicamente come provincia la circoscrizione estero) il numero di voti totali al ballottaggio non ha nemmeno raggiunto quello dei due candidati maggiori alla prima tornata: Caltanissetta, Enna, Crotone, Trapani e Ogliastra. Si tratta in generale di province del sud, e ben tre su cinque sono in Sicilia, e appaiono in massima parte come episodi di “stanchezza” e di peso verso le complesse regole imposte dall’apparato. Rilevante è tuttavia il caso dell’Ogliastra, dove Bersani ottiene un risultato altissimo in un clima di calo, pur minimo dei voti: in questa provincia, sostanzialmente, l’effetto combinato dell’astensione e dell’apporto dei candidati minori si è dimostrato nullo, e il voto del ballottaggio si è dimostrato di fatto una replica – per Bersani e Renzi – dei risultati assoluti ottenuti al primo.
Per contro, le province dove il numero di voti al secondo turno è stato maggiore rispetto alla somma dei voti di Bersani e Renzi al primo turno sono state Bari, Lecce, Brindisi, Taranto e Treviso: in tutti i casi si tratta di province dove erano particolarmente forti dei candidati minori, nei quattro casi pugliesi Vendola e in quello Veneto la Puppato. L’analisi numerica del dato, quindi, consente di stimare circa nel 50% l’elettorato vendoliano – la fetta più rilevante tra quelle degli sconfitti al primo turno – che si è recato alle urne al ballottaggio secondo le indicazioni del presidente della Puglia.

Passando dall’analisi dei dati dell’affluenza a quelli più prettamente legati ai risultati, la prima analisi riguarda i risultati di Bersani su Bersani, ovvero gli scostamenti del voto al segretario PD tra primo e secondo turno. I dati peggiori Bersani li ottiene a Caltanissetta, Enna, Trapani, Ogliastra e Crotone (nei primi quattro casi non viene nemmeno raggiunto il livello di voto del primo turno). Si tratta di province caratterizzate da bassa affluenza ma anche da affermazioni di Bersani generalmente al di sopra della media nazionale: in generale, quindi, Bersani soffre in termini di voti assoluti dove l’affluenza scende e quindi non può godere dell’apporto del voto dell’elettorato dei candidati minori in supporto dei naturali moti verso l’astensione, ma in termini percentuali si conferma su altissimi livelli a causa sostanzialmente del voto dei militanti.
Il peso che lendorsement di Laura Puppato e Nichi Vendola si mostra in pieno osservando le province dove Bersani ha invece guadagnato di più rispetto al primo turno in termini di voti assoluti: Bari, Brindisi, Lecce, Treviso e Belluno, le prime tre feudi vendoliani, le uniche tre realtà dove al primo turno il presidente pugliese aveva superato Bersani, le altre due in terra veneta, dove la Puppato ha ottenuto le sue migliori prestazioni.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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