I paesi Scandinavi guardano all’Italia con preoccupazione

Pubblicato il 28 Febbraio 2013 alle 13:03 Autore: Antonio Scafati
paesi scandinavi

Problemi simili ce li ha il governo di centrodestra che guida la Svezia e che nel 2014 chiederà ai cittadini il terzo mandato consecutivo. Per farlo, l’Alleanza per la Svezia (la coalizione che mette insieme Moderati, Partito di Centro, Cristiano Democratici e Partito Popolare Liberale) ha annunciato una nuova piattaforma programmatica. Ma prima di tutto va messo ordine nei rapporti di forza. I tre partiti minori continuano infatti a chiedere più spazio, convinti che occorra far capire agli elettori che l’Alleanza è una coalizione di quattro protagonisti e non un soggetto unico. Cosa complicata, stando ai numeri: da soli i Moderati pesano circa il 30%, gli altri tre messi insieme non arrivano al 15.

Che gli equilibri nelle coalizioni siano materia delicata ce lo ricorda anche la Danimarca. A inizio settimana, il governo di centrosinistra ha presentato il suo piano per far ripartire l’economia: sgravi fiscali alle imprese e investimenti pubblici verranno finanziati tra l’altro con dei tagli ai sussidi di disoccupazione e al sostegno all’istruzione. Come detto da Margrethe Vestager, ministro dell’Economia e leader della Sinistra Radicale, il messaggio per le aziende è chiaro: non arriveranno nuove tasse. Proprio quello che avevano chiesto qualche settimana i Liberali. E infatti il piano è piaciuto ai conservatori. Ma solo a loro. Per il resto, infatti, critiche ferocissime. Contrari i sindacati. Contraria l’Alleanza Rosso-Verde che sta sì fuori dal governo ma che al governo spesso ha dato un sostegno decisivo. Contrari alcuni parlamentari del partito socialdemocratico, che il governo lo guida. Contrari soprattutto molti membri del Partito Popolare Socialista, che dell’esecutivo fa parte. Le reazioni più dure arrivano proprio da qui e potrebbero portare a crisi vera e propria. Alcuni esponenti hanno ufficialmente chiesto al partito di uscire dal governo: a queste condizioni è impossibile restare, dicono. La richiesta è stata inviata alla leader Annette Vilhelmsen, peraltro assente durante la conferenza stampa convocata per illustrare il pacchetto crescita. Insomma una tempesta. E a buttare benzina sul fuoco arrivano i sondaggi: il partito socialdemocratico è ai minimi storici e scende al 17,2% superato addirittura dal Partito Popolare Danese, forza di ultradestra, che si piazza al 17,4%. Thomas Larsen, commentatore del Berlingske Tidende, ha parlato di una situazione pericolosa e imprevedibile. Staremo a vedere. Quel che è certo è che sul governo si addensano nuvole nerissime.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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