Il PD è in un “cul de sac”

Pubblicato il 5 Marzo 2013 alle 16:12 Autore: Gianluca Borrelli

Le opzioni sono poche, quella paventata alla vigilia di alleanza con Monti non basta, non ci sono numeri sufficienti. L’alleanza tra tutti i partiti (o quasi) come nel novembre 2011, quando Monti ha avuto la fiducia, è da escludere. Restano come opzioni un governo di scopo PD-M5S (magari con appoggio esterno e voto positivo solo su alcune tematiche), e il “governissimo” PD-PDL.

Monti sembra che  in questo primo scenario sia completamente ignorato e fuori gioco,  lo stesso D’Alema (vero dominus del PD) ha detto chiaramente che secondo lui il PD non deve rivolgersi a Monti, vedremo poi perché.

Il primo di questi due casi è molto improbabile perché al M5S non conviene nella maniera più assoluta. Se il PDL e il PDmenoL (come li chiama lui non avendo tutti i torti) facessero questo governo la base elettorale del PD si rivolterebbe per un po’ ma poi tanto tornerebbe a votare il proprio partito per questioni di identitarismo e appartenenza (i famosi “trinariciuti” di cui sopra). A dimostrare l’assunto basti pensare che D’Alema aveva detto che bisognava fare l’alleanza PD-PDL , poi vista l’iniziale indignazione del “popolo della sinistra” ha ritrattato qui. Ma vedrete che poi la faranno lo stesso e quegli elettori che ora riempiono la bacheca di insulti verso D’Alema torneranno a giustificare l’impossibile, come sempre…

La minaccia di Bersani di tornare subito al voto se il M5S non farà la sua parte è una minaccia di cartone, per almeno tre buoni motivi.

Il primo è che Napolitano non può sciogliere le camere appena elette essendo nel suo “semestre bianco”, quindi le camere dovrebbero essere sciolte dopo l’elezione di un altro Presidente della Repubblica, il che porterebbe a perdere dei mesi in cui l’Italia sarebbe completamente senza governo. Qualcuno dirà che “non possiamo permettercelo in questo periodo di crisi” e a chi si oppone verrà forzata,  inevitabilmente, la mano.

Il secondo è che chi è stato eletto non vorrà andarsene a casa: “hic manebimus optime”. Quindi spingeranno tutti verso la creazione di un governo, qualunque esso sia, e per quasi tutti se fosse PD-PDL  sarebbe meglio.

Come dite? Non si potrebbe più fare la legge sul conflitto di interesse? Certo che non si potrebbe, il PDL minaccerebbe la caduta del governo ed il ritorno alle urne immediato con lo spauracchio del M5S al 50%. Così come non si potrebbe fare alcuna legge sulla corruzione, che il PDL non vuole a qualunque costo, così  come non si potrebbe fare nessuna di tutte le leggi che Bersani ha proposto al M5S perché il PDL è ferocemente contrario ad ognuna di esse. E se quelli del PD fanno il governo PD-PDL non possono permettersi di contrariare il loro alleato.

Non sarebbe grave per il PD in fondo, quella stessa classe dirigente che gestisce e governa il centrosinistra italiano ha già promesso queste cose per ben 5 campagne elettorali, senza mai fare assolutamente nulla. Fatto 30 si fa 31 e non manterranno la promessa ancora una volta senza che il grosso degli elettori “trinariciuti” batta ciglio. Lo “zoccolo duro” li ha votati finora e continuerà a farlo, come spiegato prima. Questi sono gli elettori italiani, anche Ricolfi su La Stampa ne parla, gli elettori del centrosinistra perdonano qualsiasi cosa o quasi, ecco perché non imparano mai dai propri errori.

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L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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