Venti di guerra in estremo oriente

Pubblicato il 25 Marzo 2013 alle 13:17 Autore: Redazione

Oriente. Sale la tensione tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Si respira alta pressione nell’estremo oriente, dove nella penisola coreana c’è ancora altissima tensione tra la Repubblica Popolare del Nord Corea, la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Con un comunicato della Tv di stato, il governo nord-coreano ha addirittura fatto sapere di essere pronto a colpire le basi navali USA di Guam e Okinawa se “i nemici della nord-corea facessero qualche mossa per minacciarci”.

Tutta la vicenda è iniziata l’11 Marzo 2013 quando sono iniziate le esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti. La già annunciata irritazione della Corea del Nord a riguardo viene, però, snobbata, e la Corea del Nord, non è stata a guardare. Immediatamente è stata tagliata la “linea rossa”, la linea telefonica d’emergenza che collega le due coree. Tramite le tv ufficiali del regime, poi, è cominciata una campagna politico-mediatica contro l’avversario del sud annunciando un’imminente “battaglia finale”. Attraverso il giornale ufficiale del Partito comunista dei lavoratori, il Rodong Sinmun, poi, il governo nordcoreano ha dichiarato carta straccia l’armistizio del 1953 dichiarando, de facto, guerra al sud.

La risposta di Washington non si è fatta attendere, accusando la Corea del Nord di voler alzare la tensione nella regione. Gli USA, inoltre, dicono che faranno tutto il necessario per evitare che l’alleata Corea del Sud si trovi vittima di un’aggressione. Inoltre, secondo gli Stati Uniti, la Corea del Nord “farebbe meglio a rispettare i patti internazionali in vigore o si ritroverà ancora più isolata”. Si alza quindi la tensione nella regione, e le due parti hanno entrambi gli eserciti in stato di allerta per contrapporsi in caso di necessità. Inoltre, secondo gli Stati Uniti, la Corea del Nord “farebbe meglio a rispettare i patti internazionali in vigore o si ritroverà ancora più isolata”.

La situazione resta, poi, tranquilla, seppur tesa, fino al 20 Marzo, quando i maggiori network e istituti bancari sud coreani vengono attaccati da hacker. Le indagini, che saranno definitive non prima di 4-5 giorni, sembrano individuare la fonte dell’attacco da server cinesi, che è l’unico modo per la Corea del Nord di comunicare con i vicini. La questione diventa ancora più possibile se si pensa che la Cina è l’ultimo alleato della Nord Corea. Protesta il governo di Seoul, convinto che il responsabile sia Pyongyang che però continua minacciando pubblicamente di attaccare le basi navali americane di Guam e Okinawa, che ospitano sottomarini nucleari.

La crisi nella penisola coreana sembra non attenuarsi e si respirano venti di guerra. Ma è un gioco pericoloso visto che la Corea del Nord sembra non escludere l’uso di armi atomiche. Infatti, si può osservare, come la Corea del Nord sia passata da generiche minacce nucleari, con l’ultimo test effettuato circa un mese fa, a minacce ben più concrete, rivolgendosi alle basi americane nelle vicinanze che, a detta dei generali coreani, sono “a portata di tiro dei missili a medio raggio ad alta precisione”.

Francesco Di Matteo

L'autore: Redazione

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