Non sparate sul quorum

Pubblicato il 11 Giugno 2011 alle 10:01 Autore: Davide Policastro

Vero dunque che, per quanto lo sia diventata nel tempo, per i Costituenti l’astensionismo non era considerata un’opzione, per così dire, “politicamente prevedibile”, ma – al di là delle valutazioni etico-politiche sulla “correttezza istituzionale” dell’invito all’astensione – si può affermare con certezza che, se anche i referendum successivi a partire dalla tornata del 1997 fossero giunti a quorum, la vittoria sarebbe stata del SI? A ben vedere, l’unica volta in tutta la storia delle consultazioni referendarie in Italia che i SI superarono il 45% dell’intero corpo elettorale senza che questo portasse al 50% dei votanti fu nel 1999; ma quanto può avere realmente inciso, in tutti gli altri casi, la campagna di boicottaggio sull’esito della consultazione? Forse è stata effettivamente determinante anche in quelli, ma il dubbio che i comitati promotori abbiano avuto la tendenza a scaricare sul meccanismo del quorum di partecipazione colpe che tale meccanismo nella realtà dei fatti non ha, e che dunque i quesiti in questione non riguardassero questioni ritenute d’interesse dalla maggioranza della popolazione indipendentemente dai vari inviti ad “andare al mare”, è quantomeno lecito.

La costrizione al voto mediante l’abrogazione del quorum di partecipazione che periodicamente si sente riproporre, difatti, potrebbe portare a scenari imprevedibili: si potrebbero avere minoranze che, per così dire, “dettano legge” rispetto al Parlamento per via di referendum a bassissima partecipazione perché riguardanti questioni, per quanto importanti, estremamente tecniche e di scarso interesse generale, oppure, di converso, referendum a grandissima partecipazione che finirebbero col trasformarsi sistematicamente in delle specie di elezioni mascherate (cosa che già oggi tende ad accadere, ma in tono decisamente minore), in cui la logica di appartenenza politica verrebbe a prevalere sulla sostanza dei quesiti in sé. Potrebbe accadere una di queste due cose, oppure potrebbe invece accadere che l’abolizione del quorum costringa i partiti a conseguire proprio quegli obiettivi che la sua introduzione si riprometteva, potrebbe non accadere niente di tutto questo: in ogni caso, sono tutti elementi da considerare, quando si parla di eliminare un limite che, è sempre bene ricordarlo, venne introdotto per tutelare la democrazia italiana, non per danneggiarla.

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L'autore: Davide Policastro

Bolognese, classe 1983, ha studiato da informatico e poi da storico (la sua tesi di laurea è sull'istituto referendario in Italia). Oltre alla politica segue appassionatamente Scarlett Johansson, il progressive rock e la sua squadra del cuore, il Manchester United.
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