Il voto in Islanda, i numeri dell’economia svedese, le tensioni a Copenhagen
Di economia e disoccupazione si discute pure in Danimarca, dove si torna a parlare del ‘Pacchetto crescita’, vale a dire il programma economico e fiscale presentato settimane fa dal governo che tante critiche (soprattutto da sinistra) aveva attirato su di sé.
[ad]Le trattative tra l’esecutivo e i partiti di opposizione vanno avanti piano. Partito Popolare Danese e Liberali non hanno interesse a chiudere in fretta grossi accordi col governo preferendo invece far riemergere tutte le distanze che ci sono tra i partiti della maggioranza. Sul finire della scorsa settimana, l’Alleanza Rosso-Verde (che dà un fondamentale appoggio esterno al governo) ha messo sul tavolo le sue proposte per rilanciare l’economia e creare decine di migliaia di posti di lavoro. Il piano ha un costo pari a circa 24 miliardi di corone. La risposta del governo è stata fredda. Per la Sinistra Radicale (secondo partito dell’esecutivo, su posizioni centriste a dispetto del nome) il piano dell’Alleanza Rosso-Verde non è in linea con il programma di governo. Una bocciatura secca, senza appello, che non fa nulla per nascondere l’acceso confronto politico in atto a Copenhagen. Semplificando, si potrebbe dire che l’Alleanza Rosso-Verde vuole tirare l’esecutivo a sinistra, la Sinistra Radicale vuole tirarlo verso il centro. Il vero rischio, però, è che la corda finisca per spezzarsi.