“Zero Zero Zero” di Roberto Saviano

Pubblicato il 29 Aprile 2013 alle 12:57 Autore: Nadia Ruggiero

Talvolta la cocaina viene gettata in mare prima che la nave attracchi al porto, per essere ripescata in acqua ed eludere i controlli. In altri casi giunge al porto attraverso navi i cui equipaggi possono essere consapevoli o meno della sua presenza.

La polizia lo sa bene e in questo sta la “magnifica drammaticità” del porto, che “deve essere velocissimo, deve sdoganare subito la merce. Se inizia ad essere prudente e ogni prodotto sta lì a osservarlo, a vagliarlo, perde di forza economica e quindi nessuno va ad attraccare lì. Immediatamente vince il porto a fianco, che è più veloce nello sdoganamento. In questa velocità passa la coca”. I porti più appetibili sono, naturalmente, quelli degli stati in crisi, che hanno difficoltà a pagare i controlli. In questo momento i porti spagnoli, portoghesi e greci.

La cocaina genera un giro di affari tale per cui la concorrenza non è tollerata. “Da qui la ferocia: se c’è il sospetto che qualcuno stia facendo in autonomia i propri affari, lo devi eliminare nel modo più feroce possibile, in modo tale che non solo gli fai del male ed elimini un tuo concorrente, ma la sua morte deve essere una sorta di comunicato stampa a tutti coloro che vogliono fare lo stesso. E qui ci sono le storie messicane che nel libro sono quelle più inenarrabili”.

Trattare questo tipo di tema è logorante. “A un certo punto la pelle va via. Non puoi pensare di frequentare queste storie, queste persone, questi mondi e non essere eroso da dentro. Non perché semplicemente ti senti sconvolto, quello ti porterebbe ad una depressione. Inizi a ragionare esattamente con quelle logiche, guardi il buio, smetti di essere attratto dalla luce. Ti repelle l’essere umano, a iniziare da te. Guardare nei pozzi è importante, ma mai quanto guardare in aria”.

Roberto Saviano definisce la condizione che vive da quando è sotto scorta come una sorta di assurdo bipolarismo, fatto di momenti di forte esposizione al pubblico e momenti di grande solitudine. “C’è da impazzire”. Il prezzo pagato dall’autore di “Gomorra” è stato caro. “Non vale mai la pena prendere una strada che ti compromette qualsiasi percorso di felicità. Si poteva fare tutto ugualmente. Io non rinnego nessuna scelta, rinnego i metodi, i modi, quello che ho combinato non rendendomi conto di perdere quello che ho perso”.

Ma ciò che lo tiene in piedi, ciò che gli restituisce la forza di guardare avanti, è la fiducia nel lettore. “L’ambizione smodata, terribile che ho”, dice Saviano, “è quella di far entrare le mie storie, attraverso la mia narrazione, nell’etica genetica di chi mi legge”. E aggiunge: “Vengo da una provincia difficilissima e quindi sono orgoglioso di aver potuto, in questi anni, prendere queste storie e metterle in prima serata, in prima pagina, in testa alle classifiche, farne materia, indipendentemente dalle conseguenze, farne ambizione”. Perché la conoscenza rappresenta un modo per far arretrare il potere. Di qualunque colore e ferocia.

roberto saviano

 

 

L'autore: Nadia Ruggiero

Di origini campane, si è specializzata in Mass Media e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e ha conseguito il master Social Media Marketing & Digital Communication alla IULM di Milano. Giornalista pubblicista iscritta all'Albo, per la testata online Termometro Politico ha inaugurato le rubriche culturali e contribuito alla redazione di numerosi articoli. Come addetta stampa ha curato una campagna di comunicazione per il lancio di un progetto musicale basato sul crowdfunding. Vive e lavora a Bologna.
Tutti gli articoli di Nadia Ruggiero →