La missione impossibile di Epifani
Il tutto avallato ed aiutato da un debole Bersani, che ha imposto, in occasioni delle primarie dello scorso novembre, regole quasi fantozziane per cercare di arginare l'”egomostro” fiorentino. Una concatenazione di errori che trova il suo vertice nella decisione di ammanettarsi – mani e piedi – al timone della “Perla Nera” berlusconiana, cioè il governo Letta.
Quindi, cosa rimane? Rimangono i “cespugli”: i gruppi vicini a singoli personaggi che si sono apertamente smarcati (come i vari Puppato o Civati), rimangono i giovani di OccupyPd (che, comunque, sono cresciuti in formazioni giovanili – prima Sinistra Giovanile poi Giovani Democratici – dove i blocchi interni si muovono ad immagine e somiglianza del Pd) e quelli che, sconfitti, iniziano a guardarsi intorno, vedendo Fiom, SeL ed il Movimento Cinque Stelle appropriarsi di quelle piazze un tempo orgoglio del centrosinistra.
Da dove ripartire? Non dai bocconiani – per carità, l’Italia ha già pagato questo pegno – ma molto più realisticamente da quelle parti della famosa ‘base’ che nella realtà ci vive davvero, e che non rincorre hashtag, poltrone delle fondazioni o che ride alle performance di Maurizio Crozza, senza capirne minimamente il significato.