M5S, sicuri che sia un flop?

Pubblicato il 28 Maggio 2013 alle 18:40 Autore: Gabriele Maestri
movimento 5 stelle m5s

 

A Roma non è andata così: gli scandali ci sono stati, ma non della stessa portata, dunque il “traino” è stato ben diverso; altri fattori di “disaffezione” verso il MoVimento, legati essenzialmente a dinamiche nazionali, possono aver sterilizzato del tutto il vantaggio legato alle battaglie su trasparenza e legalità.

Un flop, dunque? Probabilmente no. Sembra più significativo, ad esempio, che in gran parte dei comuni in cui si è votato – anche dopo i tagli alla consistenza dei consigli comunali operata nella legislatura precedente – il MoVimento sia riuscito a eleggere propri rappresentanti, anche in località in cui il numero di attivisti fino alle elezioni politiche di febbraio era pressoché pari a zero. Certamente in quella formazione politica ci sarà qualcosa da rivedere (come una parte della stessa base sembra suggerire in queste ore), magari per cercare di far arrivare davvero nell’urna i voti di coloro che hanno riempito le piazze; qualunque cosa accada nel movimento, tuttavia, avverrà con una presenza sul territorio nazionale decisamente superiore rispetto a un passato anche recente. E – non lo si dimentichi – con un consenso che resta consistente ma si adatta meglio alla posizione di “controllori” che gli eletti del M5S continuano tuttora a rivendicare.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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