Se in Italia cambia il vento, i poteri forti scaricano Berlusconi

Pubblicato il 26 Settembre 2011 alle 14:53 Autore: Livio Ricciardelli
silvio berlusconi

Altri spunti interessanti arrivano dal mondo del sindacato. Non solo infatti anche loro parteciperanno, o comunque sono invitati, al tavolo di concertazione e di confronto col governo. Ma stanno prendendo delle iniziative autonome estremamente interessanti.
Prendiamo la Cgil. Scientificamente il governo Berlusconi, e lo dimostra il patto per l’Italia siglato nel 2002 sull’articolo 18 senza l’assenso del sindacato guidato da Sergio Cofferati, ha sempre perseguito la volontà di dividere il sindacato. Anche in questo ambito scegliendosi l’interlocutore più malleabile e accomodante. Questo andazzo per quanto possa apparire scontato è in realtà qualcosa di meticoloso e di scientifico. Una volontà politica esistente ben prima della nomina dell’anti-Cgil Maurizio Sacconi alla guida del dicastero del lavoro e che molto spesso i sindacati non sono stati abili a sconfiggere ed arginare (ebbene si: le colpe non stanno solo tra chi vuole dividere ma anche tra chi non fa nulla per scongiurare il rischio certo!).
Inutile dunque dire che la presenza della Cgil a quel tavolo di concertazione è già di per se una notizia. Per nulla scontate invece sono le dichiarazioni di Susanna Camusso che dichiarò “ci sediamo al tavolo e chiediamo la modifica della finanziaria”. E non tanto per la quanto mai attesa contrarierà di Corso d’Italia nei confronti della manovra, ma per l’espediente tattico che comunque non porta l’esecutivo ad isolare la Cgil che dichiaratamente afferma i suoi propositi “poco costruttivi” su questo tema.
Del resto se anche in Confindustria qualcuno si è seccato di Giulio Tremonti è innegabile notare come il commercialista di Sondrio stia facendo di tutto per rinsaldare una forma di asse sindacale. In prospettiva futura, magari per velleità di leadership. Nonostante il caso Milanese. E dunque anche se Confindustria tentenna i sindacati possono elevare Tremonti come loro punto di riferimento, per quanto forzato, tra gli ex socialisti al governo cercando di isolare gli ultra-falchi Brunetta e Sacconi.
Anche se gli ultimi casi non fanno guardare al futuro politico di Tremonti con ottimismo. Insomma, quella frase magistralmente recitata dal Narratore Romolo Valli nel film “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick dove si afferma che « Nessun ragazzo, per la prima volta libero e con venti ghinee in tasca, si sente veramente triste. E Barry partì alla volta di Dublino senza tanto pensare alla cara mamma rimasta sola e al focolare lasciato alle sue spalle, quanto al domani, con tutte le meraviglie che gli avrebbe portato » non pare la più appropriata per il superministro dell’economia. E le uniche cose in comune sembrano le misere venti ghinee. Che per un ragazzo di vent’anni saranno pure tantissime. Ma per le casse dello stato è puro pauperismo.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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