Sogno di un’imposizione democratica di un mezzo partito politico a cinquestelle

Pubblicato il 17 Giugno 2013 alle 09:27 Autore: Giovanni Orazio Marotta

Una scelta voluta e ribadita dal suo stesso leader maximo Grillo, quella di non essere un partito ma un movimento di cittadini, una scelta che presenta ora il suo conto.

La mancanza di un organizzazione seria, cresciuta sul territorio e in caso promossa a traguardi di gestione politica più importanti, ha eliminato la gradualità necessaria per portare a compimento simili rivoluzioni di pensiero.

Si è preferito realizzare un progetto di imposizione democratica che si è rivelato per quello che è, e che la storia insegna a partire dalla rivoluzione francese: fallimentare.

Quello che oggi rimane come figlio di questo sogno è un paradosso: una consistente rappresentanza nazionale dei grillini destinata a sfaldarsi mese dopo mese, e un’assente rappresentanza territoriale come confermato dai disarmanti dati delle ultime tornate elettorali regionali e comunali.

Proprio dove il movimento avrebbe dovuto compiere negli anni la metamorfosi in partito politico, condizione necessaria per avere rappresentanti che fanno gli interessi delle idee di quel partito, le idee che l’elettorato ha votato, e non interessi personali, idee proprie spacciate per libertà di pensiero.

Uniformità di pensiero all’interno di un partito, che sia figlio certo di un eterno dibattito, di una discussione sempre aperta, e non figlio di imposizioni dall’alto, ma che sia anche coerente e costante con quanto firmato e sbandierato in campagna elettorale prima di aderire al movimento.

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L'autore: Giovanni Orazio Marotta