Josep Borrell invita ad agire contro il “nuovo Impero” cinese

Pubblicato il 3 Settembre 2020 alle 15:14 Autore: Saad Tarybqy

Il diplomatico “numero uno” dell’Unione Europea ha etichettato la Cina come un “nuovo impero” al pari della Russia, invitando i membri del blocco a “correggere” gli squilibri economici con Pechino prima che sia “troppo tardi”.

Josep Borrell, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’UE, ha delineato la sua valutazione in due articoli di opinione su pubblicazioni francesi e spagnole nel fine settimana, proprio mentre il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi è giunto in Francia nel suo tour europeo. Le osservazioni arrivano anche solo una quindicina di giorni prima che il Presidente cinese Xi Jinping partecipi a un vertice ospitato dai leader dell’Ue, e la visita in Italia dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Russia, Cina e Turchia hanno tre caratteristiche comuni: sono sovranisti all’esterno e autoritari all’interno“, ha affermato Borrell al “Le Journal de Dimanche”.

“Dopo 30 anni in cui la visione europea sembrava guadagnare terreno, la visione sovranista ha ripreso il sopravvento con questi nuovi imperi”.

Nelle ultime settimane l’UE ha criticato la Cina per aver introdotto la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, la Russia per aver offerto sostegno militare alla Bielorussia per frenare le proteste e la Turchia per le attività militari contro gli Stati membri dell’UE, Grecia e Cipro. Ma questa è la prima volta che l’UE ha definito ufficialmente la Cina come un “nuovo impero”, un passo avanti rispetto al “rivale sistemico” che ha usato per la prima volta l’anno scorso.

A differenza del principio di sovranità che si basa sulla volontà popolare, la sovranità mette in evidenza la sola sovranità dello Stato, che è una questione completamente diversa”, ha detto Borrell, sostenendo anche che  “per poter negoziare e risolvere pacificamente i conflitti con questi nuovi imperi, costruiti su valori diversi dal nostro, anche noi dobbiamo necessariamente imparare a parlare quello che ho chiamato il linguaggio del potere“.