Italia – Germania, per comprendersi è necessario “cambiare aria”

Pubblicato il 23 Luglio 2013 alle 11:37 Autore: Francesca Garrisi

Quali sono, invece, le differenze più macroscopiche, e le eventuali analogie, tra il sistema mediatico italiano e quello tedesco?

“La crisi non ha risparmiato neppure i grandi gruppi editoriali tedeschi. Persino un giornale in attivo come il Financial Times Deutschland è stato costretto a chiudere.  Come accade per la stampa italiana si sta ancora cercando di capire quale sia il modello vincente nel passaggio tecnologico ormai inevitabile dalla carta stampata al web e al digitale.

Per il momento i bilanci delle imprese editoriali soffrono e questa fase di difficoltà rende complicato investire nella qualità dei contenuti e in chi li produce (i giornalisti).

A differenza dell’Italia, dove il mercato è dominato da pochi grandi gruppi, penso che in Germania ci sia una maggiore vivacità e autonomia informativa nelle testate regionali (dei Land), spesso possedute da famiglie industriali o editori puri, che sfruttano il vantaggio di una rete distributiva molto efficiente e di poter vendere la maggior parte delle copie in abbonamento”. C’è quindi, secondo Fiumanò, un aspetto della politica tedesca da cui quella italiana,  potrebbe imparare  qualcosa?  “La legge sul conflitto di interessi”, mi risponde.

Nel suo “diario di bordo” inoltre, il giornalista del Piccolo ci offre interessanti suggestioni sulla peculiare situazione ambientale di Friburgo, con il suo “quartiere sostenibile”. Quando gli chiedo che cosa ha portato con sé di questa esperienza, mi risponde: “ho incontrato colleghi molto bravi, motivati, seri. Ricorderò uno splendido ambiente di lavoro. Di Friburgo il suo cosmopolitismo, l’educazione all’ambiente, il vivere a ridosso di due confini”.

A febbraio invece, Christine Kensche (redattrice del gruppo Welt nella sezione cronaca e costume) era approdata alla Stampa. A settembre due giornaliste del quotidiano torinese, Francesca Sforza e Tonia Mastrobuoni, saranno ospiti, a loro volta, del giornale Die Welt, a Berlino.

Leggendo il “diario di bordo” di Christine Kensche, il suo sguardo ironico e acuto ci guida, da italiani, in “un’introspezione sociale” dai rivolti inattesi. E’ insolito e salutare poter “leggere” fenomeni nostrani come Grillo e Berlusconi, o episodi come la gaffe di Peer Steinbrück (il candidato alla cancelleria tedesca che commentò la tornata elettorale italiana con queste parole: “Sono piuttosto scioccato dal fatto che abbiano vinto due clown”), attraverso le parole di una giornalista straniera suffragate dalla nostra, diretta, esperienza.

E in attesa che le due croniste de La Stampa ci raccontino il loro “pezzo di Germania”, e come il Paese di Angela Merkel si prepara a entrare in campagna elettorale, riportiamo a mo’ di buon auspicio per il futuro di questo progetto di gemellaggio, le parole con cui Christine Kensche ha salutato la città sabauda. “Mi ci vorrà ancora un po’ di tempo, prima di aver assorbito completamente queste tre settimane assai stimolanti, piene di novità.

Prima di partire per Torino, mi era stato detto da più parti, che mi sarei dovuta preparare a un certo caos che regna nelle redazioni italiane. Io ho sperimentato l’esatto opposto: personalmente non ho mai lavorato in un gruppo così ben affiatato. E ora sono proprio curiosa di vedere che cosa scriverà la collega in autunno, quando sperimenterà per la prima volta una giornata di lavoro in una redazione tedesca. Qui sono tutti convinti che in un giornale tedesco tutto sia perfettamente organizzato, disciplinato e coordinato. E già, ma questo scambio ha proprio lo scopo di smontare pregiudizi…”  

L'autore: Francesca Garrisi

31 anni, una laurea in Scienze della Comunicazione e poi un master in comunicazione d’impresa e comunicazione pubblica. Ha collaborato con l’Osservatorio di Comunicazione Politica dell’Università del Salento, e come stagista con il settore Comunicazione Istituzionale della Regione Puglia. Ha scritto per l’mPAZiente, bimestrale d’inchiesta salentino, e a oggi collabora con Termometro Politico e il settimanale salentino Extra Magazine. Un po’ Monty Python un po’ Cuore Selvaggio, è innamorata della lingua tedesca, che ritiene ingiustamente sottovalutata e bistrattata
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