Nomine commissioni, alta tensione nella maggioranza

Pubblicato il 1 Agosto 2013 alle 16:46 Autore: Gianni Parlatore
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Nomine commissioni, alta tensione nella maggioranza. L’ira del Pdl: ” Il governo non rischia, ma basta strappi”

L’attesa per la sentenza, ormai imminente, della Suprema Corte di Cassazione sul caso Mediaset è spasmodica e monopolizza da giorni l’attenzione del dibattito politico italiano,ma nelle stanze dei palazzi romani i lavori parlamentari proseguono. In questo clima di tensione alle stelle e di ore cruciali per l’intero sistema politico, il voto sulle presidenze di alcune commissioni bicamerali e la designazione dei membri di alcune delegazioni presso organismi internazionali si trasforma  nell’episodio che rischia di mandare anticipatamente in frantumi la tenuta dell’anomala maggioranza bipartisan. Per qualche minuto si teme addirittura la crisi, il gruppo dei senatori del Pdl è infuriato, volano dichiarazioni di guerra nei confronti dei compagni di maggioranza montiani e democratici. Poi, è il presidente dei berluscones a Palazzo Madama Renato Schifani, a stemperare il clima e, pur confermando tutta la contrarietà del Pdl verso un metodo “inaccettabile ed un episodio di assoluta scorrettezza”, a garantire “un convinto appoggio al governo Letta-Alfano”.
A provocare l’irata reazione delle truppe pidielline era stata la decisione dei gruppi di Pd e Scelta civica di procedere all’elezione dei presidenti delle delegazioni italiane presso le assemblee parlamentari della Nato e del Consiglio d’Europa – andate rispettivamente ai democrats Mogherini e Gozi, mentre all’ex ministro della salute Renato Balduzzi (Sc) è toccata la guida della commissione bicamerale per le questioni regionali- nonostante non si fosse giunti ad un accordo di maggioranza con il Pdl. “Un vero colpo di mano”,  “prove generali di una nuova maggioranza”, “slealtà” e “rottura del patto che tiene in vita il governo”: questi i commenti prevalenti, durissimi e conformi, provenienti dai ranghi del gruppo dei senatori azzurri. Sulla vicenda-nomine è intervenuta anche Renata Polverini (Pdl) che ha sollecito le forze della maggioranza che sostengono l’esecutivo Letta a “maggiore prudenza per non aggiunge ulteriori fibrillazioni sul corpo di uno schieramento che già convive molto faticosamente, a maggior ragione in una giornata delicatissima come quella odierna”.

Il successivo comunicato ufficiale diramato direttamente dalla presidenza del gruppo Pdl del Senato e le rassicurazioni di Schifani e del capogruppo alla Camera Brunetta hanno almeno per il momento fatto rientrare il caso, ma le acque all’intero del bacino delle larghe intese restano increspate, e la incombente lettura del dispositivo della sentenza da parte dei giudici del Palazzaccio rischia di scatenare la più pericolosa delle mareggiate politiche.

renato schifani governo a casa con berlusconi condannato