Grillo: “Berlusconi santo protettore degli evasori fiscali”

Pubblicato il 7 Agosto 2013 alle 17:07 Autore: Giordano Giusti

Non c’è dubbio: per i server del blog di Beppe Grillo l’estate 2013 verrà ricordata come la più rovente e afosa degli ultimi anni. Sì perché il leader del Movimento 5 Stelle, che pur si sta concedendo qualche giorno di relax in Sardegna, non ne vuole sapere di mandare in ferie la sua pagina web e continua ad intervenire a gamba tesa sui temi della politica interna e non solo (vedi caso Shalabayeva e contingente grillino spedito in Kazakistan). Dopo aver commentato la condanna di Berlusconi (1 e 2 agosto), essersi scagliato contro i vertici Rai (4 agosto), aver smentito le voci di un accordo con il Pd (5 agosto) e dopo aver chiesto il passo indietro di Napolitano (6 agosto) reo di essere “il garante di una situazione politica destinata al fallimento che ha consentito e avallato”, il leader dei pentastellati torna a prendersela con lo ‘psiconano’, Berlusconi. L’ultimo post è tutto per lui, ed il titolo non lascia spazio a troppe interpretazioni: “Berlusconi santo subito!”.

Beppe Grillo come di consueto non scrive, arringa: “Un mostro si aggira per l’Italia: l’agibilità politica. L’hanno chiesta a Napolitano, rientrato in fretta dalle vacanze in Alto Adige, i plenipotenziari del Pdl Brunetta e Schifani per il loro Signore di Arcore”, e poi via ad intasare il web di caricature, più o meno di dubbio gusto “il Visconte Dimezzato, Brunetta, il Barone Rampante, Schifani, e il Cavaliere Inesistente, Berlusconi, tutti in ginocchio, tranne Brunetta, ad implorare la grazia”. Cabaret a parte, il messaggio è prettamente politico: “Questa parola, grazia, però non si può usare. Se venisse accordata così sui due piedi la grazia a Berlusconi come a un qualunque ergastolano pentito dopo 30 anni di galera si sospetterebbe qualcosa” – appunta Grillo che chiama di nuovo in causa Giorgio Napolitano – “Il Presidente della Repubblica perderebbe la reputazione e rischierebbe l’impeachment. La grazia va quindi ingentilita, resa praticabile e incomprensibile. Agibilità politica è la giusta riformulazione per dire la stessa cosa per non farlo sapere in giro”. Questione di lessico, insomma, ed è qui che l’ex comico genovese ci vede il sotterfugio, l’imbroglio, l’ennesima presa in giro: “Una volta ripulita e sdoganata la grazia si può concedere in caso di estrema necessità per salvare il Paese insieme al pregiudicato. La grazia trasformata in un condono edilizio di un politico abusivo”, esclama il leader dei 5stelle che poi sentenzia “Berlusconi vuole diventare un condannato agibile”.

Ma cosa succederebbe se la sua richiesta non venisse accolta, si chiede Grillo? Ed ecco l’ennesima trovata linguistica, scomodando addirittura la Chiesa e la pratica della canonizzazione: “Se non gli sarà data l’agibilità politica, prima diventerà martire e poi santo. San Berlusconi. Il Santo protettore degli Evasori Fiscali”. Tutto ciò, non prima di aver sparato il classico colpo a sinistra: “Berlusconi è stato politicamente agibile per vent’anni grazie al pdmenoelle che ne ha permesso l’elezione in Parlamento e i numerosi conflitti di interesse. Perché ora non può più esserlo?”.

 

L'autore: Giordano Giusti

Giornalista pubblicista dal 2012, appassionato di calcio, politica e mondo dei media. Laureato in Comunicazione, su Twitter sono @GiordanoGiusti
Tutti gli articoli di Giordano Giusti →