Zambia, verso il default?

Pubblicato il 27 Settembre 2020 alle 14:11 Autore: Tommaso Rossotti

In seguito alla pandemia di coronavirus e al crollo del prezzo delle materie prime, il presidente dello Zambia Edgar Lungu ha sospeso i pagamenti degli interessi sul debito verso i creditori privati. Il presidente ha anche chiesto una ristrutturazione del debito: il paese infatti starebbe finendo le riserve di denaro e avrebbe bisogno di “spazio per respirare“.

 

La salute dell’economia zambiana

L’economia del paese sudafricano è in difficoltà da anni: se dal 2000 al 2014 infatti il PIL zambiano è cresciuto a ritmi costantemente superiori al 5%, negli ultimi 5 anni l’espansione si è ridotta drasticamente. Lo Zambia è infatti ricco di materie prime, in particolare rame (di cui è il secondo produttore mondiale), e la sua economia è dipendente dalle oscillazioni dei prezzi sui mercati internazionali. La caduta dei prezzi degli ultimi anni (in particolare, quello del rame, che è passato da 10.000 €/kg nel 2011 a poco più di 4.000 €/kg nel 2016) ha causato non pochi problemi al piccolo paese africano.

 

Il problema del debito pubblico

Una delle conseguenze più evidenti della crisi economica zambiana è la crescita esponenziale del debito pubblico. Dopo aver toccato il minimo storico del 18% del PIL nel 2008, infatti, questo è rimasto intorno al 20% fino al 2013, quando poi ha iniziato a crescere sempre più velocemente: nel 2019 era circa l’88% del PIL, e dovrebbe eccedere il 100% del PIL quest’anno:

Effetto domino?

A questa situazione già complessa, si è aggiunta l’epidemia di coronavirus, che ha ridotto ulteriormente la domanda di materie prime, mettendo in ginocchio l’economia zambiana. Il kwacha zambiano è la moneta più debole al mondo dall’inizio dell’anno e quest’anno il PIL dovrebbe contrarsi del 3.5%. In seguito all’annuncio del presidente Lungu, Fitch ha abbassato il rating dello Zambia a C, l’ultimo gradino prima del default. Il rischio temuto dagli analisti è però quello che il caso dello Zambia non sia isolato. Molti Paesi nell’Africa Sub Sahariana infatti sono fortemente dipendenti dalle esportazioni di materie prime e hanno ingenti debiti pubblici. Per questo, ad aprile i paesi del G20 hanno deciso di sospendere i pagamenti del debito pubblico per otto mesi. Tuttavia, i debiti verso i creditori privati non sono stati sospesi. Inoltre, la moratoria sta per terminare e i leader mondiali non hanno ancora trovato un accordo per prolungarla. Il rischio è quindi di scatenare ulteriore instabilità sui mercati finanziari africani.