Giachetti: “31 ottobre No Porcellum Day Digiuno finché la politica non si muove”

Pubblicato il 7 Ottobre 2013 alle 13:52 Autore: Gabriele Maestri
Comunali Roma, Roberto Giachetti, candidato sindaco, Pd, il vicepresidente della Camera con una mano nei pressi del mento

Giachetti: “31 ottobre No Porcellum Day Digiuno finché la politica non si muove”

(07/10/2013) “Io le ho provate tutte sul piano parlamentare, adesso tocca agli altri proporre”. Con queste parole Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera ed esponente del Pd, lancia l’ultimo allarme sulla legge elettorale, un appello definitivo perché le forze politiche scelgano finalmente di accantonare il Porcellum e facciano passi concreti e rapidi. E per spingerli a muoversi in fretta, inizia lo sciopero della fame. Finché la politica non smetterà di parlare e inizierà a fare.

Per Giachetti attorno al Porcellum si sta consumando una vera emergenza: “Non è affatto scontato che la Corte costituzionale decida a dicembre sulla costituzionalità della legge elettorale; se deciderà, probabilmente toccherà solo il premio di maggioranza”. Dall’altra parte, le forze politiche che per mesi si erano espresse contro la legge elettorale in vigore, più che un ritorno al Mattarellum, stanno spingendo per un ritocco minimo, che vada incontro alle richieste della corte.

“Qui però si rischia di consumare una truffa ai danni degli elettori – ha detto con fermezza Giachetti -. Quelli che dicono che il Porcellum va corretto fanno riferimento a stabilità, governabilità e possibilità di scelta degli elettori. Cancellare il premio di maggioranza, o farlo scattare a una soglia molto elevata, magari del 40%, ci mette nelle condizioni di avere le larghe intese per i prossimi 15 anni, l’esatto contrario di quello che si dice di volere”

roberto giachetti mattarellum letta governo

Di fatto, dunque, per il vicepresidente della Camera la situazione è perfettamente identica a quella della fine della scorsa legislatura: “Con l’aggravante – ha precisato – che il 15 ottobre dev’essere presentata la legge di stabilità, che terrà occupate le Camere da quel momento in poi. La sensazione è che si stia facendo un po’ di melina in attesa della Corte e se non arrivasse l’incostituzionalità magari andare a una mini correzione o non cambiare nulla”.

Con questa situazione alle spalle, a Giachetti è rimasta una sola soluzione: “Io le ho tentate tutte sul piano parlamentare, per quello che mi riguarda mi metto in coda e, come non violento, mi resta solo lo sciopero della fame“. Non pretende che si approvi la sua proposta di ritornare al Mattarellum, due articoli che sarebbero stati discussi in un batter d’occhio, ma che almeno i partiti facciano qualcosa.

La responsabilità spetta alle altre forze politiche che ci hanno criticato finora – spiega -. Abbiano spirito di iniziativa, passando finalmente dalle parole ai fatti. Non vorrei che si finisse come col finanziamento pubblico, a luglio avremmo dovuto approvare il ddl alla Camera, ora siamo bloccati e Letta ora parla di un decreto a dicembre. Non possiamo permetterci di fare così sulla legge elettorale”.

Per Giachetti lo sciopero della fame continuerà finché il Parlamento non avrà fatto passi concreti per la cancellazione del Porcellum. Nel frattempo, ha annunciato una mobilitazione che nei prossimi giorni riguarderà tutta l’Italia: “Per ora l’unica data certa è il 31 ottobre, sarà il No Porcellum day e partecierò a Roma a un’iniziativa presso Eataly con Oscar Farinetti”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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