Dario Fo: “Sui clandestini Grillo sa di aver sbagliato”

Pubblicato il 12 Ottobre 2013 alle 12:13 Autore: Gabriele Maestri
movimento 5 stelle, dario fo

Dario Fo: “Sui clandestini Grillo sa di aver sbagliato”

(12/10/2013) Saranno pure in molti tra i sostenitori del MoVimento 5 Stelle ad avere protestato dopo che un emendamento presentato da due senatori M5S aveva abrogato il reato di immigrazione clandestina. Ma altrettanti hanno accolto male la reazione di Beppe Grillo e GianRoberto Casaleggio, che hanno condannato il comportamento dei senatori nel metodo (non ci sarebbe stata alcuna consultazione preventiva) e nel merito (quel punto non era in programma e, se ci fosse stato, il M5S non avrebbe preso voti).

 ”Tutti quelli di sinistra ci sono rimasti malissimo leggendo quel post”. A dirlo è uno dei maggiori sostenitori di Grillo tra i vip, Dario Fo: lo fa in un’intervista alla Stampa, confermando l’amicizia ma dicendo nettamente che il leader stellato questa volta ha fatto un errore.

Dario Fo

“Beppe ha sbagliato e, credo, ha anche capito ieri sera tardi (nella notte di giovedì, ndr) di avere esagerato. Da quello che so se ne è reso conto, e c’è chi gliel’ha detto in modo franco”. Tra questi, probabilmente, lo stesso Dario Fo, che da sempre è su posizioni molto distanti da quelle espresse nel post firmato da Grillo e Casaleggio. ‘Nel libro fatto con entrambi mi sono scagliato duramente verso tutti e due per il fatto di non aver considerato, tra le altre cose, il grandissimo utile che viene all’Italia dall’arrivo di questi profughi. Non è solo una questione etica, ho detto. E’ un’opportunità per noi italiani”.

Proprio Fo ricorda come “lo Stato italiano incassa una cifra di undici miliardi di contributi versati da questi lavoratori”, ma non deve aver convinto del tutto Grillo e Casaleggio. “Io sono sempre stato chiaro, non li ho mai adulati, sulle cose su cui non andavamo d’accordo” spiega, anche se riconosce loro di essere stato rispettato, anche nelle varie iniziative svolte insieme.

L’attore coglie l’occasione per denunciare gli intralci legati alla burocrazia: dice di aver passato tutta la giornata di giovedì al telefono con sindaco di Lampedusa e questura competente per far arrivare delle tende riscaldate, ma di non averlo potuto fare. “C’è un protocollo e una burocrazia che stanno fermando tantissimi aiuti! E’ folle”. E sugli italiani che vogliono più controllo e non più accoglienza, risponde: “Non eravamo così nel dopoguerra, lo siamo diventati. La prima responsabilità per me è il disastro culturale, i soldi tagliati alle scuole, ai teatri; poi l’impossibilità di far conoscere, informare le persone”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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