Svimez, sud a rischio desertificazione industriale e demografica

Pubblicato il 17 Ottobre 2013 alle 16:04 Autore: Francesco Di Matteo
crisi

Diffusi i dati della Svimez che raccontano di un mezzogiorno allo sbando e a rischio desertificazione.

Le rilevazioni non lasciano dubbi: la crisi economica sta distruggendo l’economia e la popolazione del mezzogiorno. I dati arrivano dalla Svimez, associazione per lo sviluppo industriale del mezzogiorno, che diffonde dati pietosi riguardo occupazione, prodotto e demografia.

Sul piano demografico c’è un gravissimo problema di emigrazione. Tanti, troppi sono i giovani, ma anche le famiglie, che non vedendo all’orizzonte un futuro migliore vanno via, per lo più al nord ma anche all’estero per cercare occasioni di lavoro nel quale impiegare le loro capacità e per cercare di sopravvivere. Negli ultimi 10 anni, stima la Svimez, sono ben 2.7 milioni i cittadini che sono “scappati” dal mezzogiorno in cerca di fortuna. Nel 2011 ci sono stati 114mila emigranti verso il centro-nord, per lo più la Lombardia che insieme al Lazio sono le mete più gettonate per gli emigranti del sud. Nello stesso anno, però, ben 50mila sono stati gli italiani, per lo più meridionali, che hanno deciso di espatriare.

Il maggior motivo dell’emigrazione è l’impossibilità di avere un futuro a causa delle cattive condizioni economiche. Secondo la Svimez tra il 2007 e il 2012 il mezzogiorno ha ridotto il suo prodotto del 25%. A questa situazione è seguito una diminuzione del 24% dei posti di lavoro e, addirittura, del 45% degli investimenti. Il mezzogiorno ha pagato la produzione per lo più artigianale che, a causa della crisi, ha visto la propria concorrenza e la propria vendita pesantemente danneggiata, come confermano i dati sui consumi al sud.

Questa situazione, chiaramente, genera un tasso di disoccupazione altissimo, la principale piaga del sud Italia. Nel primo trimestre di questo anno il meridione ha perso 116mila posti di lavoro, assestandosi su un numero di occupati che si aggira intorno ai 6 milioni, livelli bassissimi che non si registrano dal 1977. I tassi di occupazione giovanile variano addirittura di 20 punti tra nord e sud (63.8% al nord contro il 43.8% al sud). Anche il tasso di disoccupazione al sud è nettamente più alto al sud rispetto alla media nazionale, registrando una tasso di disoccupazione generale del 17%, mentre quella giovanile si assesta al 28.5%.

Questa situazione è stata definita “inquietante” dal Presidente Napolitano che, in una lettera inviata al presidente dello Svimez Adriano Giannola, chiede un piano per combattere la desertificazione industriale e demografica del sud. Il Presidente prova ad individuare anche alcuni punti sui quali far sviluppare il mezzogiorno: “un piano di sviluppo che metta al centro la riqualificazione urbana, le energie rinnovabili e le infrastrutture”.

Francesco Di Matteo

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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