Pd, oltre la metà dei segretari sta con Cuperlo

Pubblicato il 4 Novembre 2013 alle 19:08 Autore: Gabriele Maestri

A volte certi numeri si fanno cadere con nonchalance, come se si notasse per caso la loro esistenza. E magari si lascia la frase a metà, “dando i numeri” senza aggiungere nulla, perché trarre conclusioni sarebbe poco elegante. Meglio lasciarlo fare agli altri, come fa il comitato di Gianni Cuperlo, con i numeri legati ai congressi provinciali Pd: “Circa 250mila persone hanno espresso il loro voto e si conferma che più del 50% ha espresso la propria fiducia a candidati che sostengono Cuperlo alla segreteria nazionale”.

Il conto nelle mani degli uomini di Cuperlo è preciso: “Quando mancano pochi congressi di circolo per concludere questa prima fase congressuale, possiamo affermare che ci sono 49 candidati segretari che sostengono la candidatura di Gianni Cuperlo alla segreteria nazionale del PD; 35 candidati segretari che sostengono Matteo Renzi e 1 candidato segretario che sostiene Pippo Civati. Ci sono poi 7 segretari che non hanno ancora espresso la loro preferenza per il candidato a segretario nazionale”.

pd gianni cuperlo chiede stop tesseramento

La nota del comitato Cuperlo si ferma lì. Non dice, per esempio, che a conti fatti i candidati di area Cuperlo potrebbero essere più credibili e apprezzati degli altri. Così come non dice che se la maggioranza degli iscritti vota ancora per i candidati di quell’area, non sarebbero bastate le “iniezioni di iscritti” (di cui sarebbero indiziati ambienti vicini ai comitati Renzi) per mutare il risultato ai congressi. Come a dire che, nelle strutture del partito, è l’area Cuperlo che comanda. Anche se tra i simpatizzanti difficilmente sarà così.

Il senatore Pd Andrea Marcucci, vicino a Renzi, preferisce commentare le dichiarazioni di Cuperlo, secondo il quale decidere il congresso alle primarie tra i simpatizzanti significa non rispettare gli iscritti: “Cuperlo prima propone di bloccare il tesseramento, poi a Renzi dice che gli iscritti vanno rispettati. Non so come si possa conciliare il rispetto con i cancelli chiusi. Per dirla come Nanni Moretti, ‘continuiamo così, facciamoci del male'”. E sulle accuse di tesseramenti gonfiati, non ha dubbi: “La commissione di garanzia esaminerà i fatti, ma vorrei anche che il partito difendesse i nuovi iscritti. Sta passando un brutto messaggio, ovvero che chi vuole la tessera del Pd probabilmente è un poco di buono”.

Sulla questione delle tessere interviene anche il ministro Andrea Orlando (schierato con Cuperlo): “Non credo esista un problema di legalità, ma sulla corsa al tesseramento sarebbe meglio darsi una calmata. Chi ambisce a guidare il partito dovrebbe mettere un freno a questo corsa al tesseramento, una competizione così forsennata rischia di lasciare tracce. Forse, se non si vuole cambiare le norme del partito, sarebbe meglio almeno a livello territoriale valutare un blocco dei tesseramenti”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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