Greenpeace attacca i test sulle centrali nucleari

Pubblicato il 9 Novembre 2011 alle 13:00 Autore: Matteo Patané
Greenpeace contro il nucleare

Malgrado le rassicurazioni della UE nelle parole di Marlene Holzner, portavoce del Commissario all’Energia Günther Oettinger, che fanno notare come i dati siano ancora ampiamente parziali, le differenze emerse tra i vari Paesi possono sollevare alcuni legittimi dubbi non già sulla bontà delletest rules proposte, quanto su quella delle simulazioni realmente effettuate, e sugli eventuali interessi che si possono celare nei silenzi e nelle omissioni.
I differenti risultati ottenuti tra un Paese e l’altro, infatti, permettono non solo di evidenziare quanto dovrebbe essere ovvio, ovvero che quando un controllore controlla sé stesso è difficile che lo possa fare con il giusto approfondimento e la necessaria imparzialità, ma anche che, come hanno dimostrato la Slovenia e soprattutto la Francia, la compilazione di report di qualità era tecnicamente possibile nei tempi previsti dalla UE anche in questa fase di avanzamento.

Diventa quindi legittimo iniziare a sospettare delle lacune, pur concedendo il beneficio del dubbio e tenendo conto che il controllo finale dovrà essere fatto sui dati che saranno pubblicati a dicembre, proprio tenendo conto della fattibilità tecnica delle operazioni e della correlazione tra l’incompletezza delle relazioni ed il rapporto tra ente controllante e gestore delle centrali.
Il sospetto che emerge è che molti particolari siano stati volontariamente taciuti ed omessi proprio per non dover mettere nero su bianco le gravi lacune in termini di sicurezza di molte centrali europee.

Greenpeace sfrutta questo ragionamento per portare argomentazioni alla sua campagna contro l’energia nucleare nel suo complesso, facendone risaltare le pecche in materia di protezione della popolazione in caso di eventi catastrofici naturali o artificiali; ben più importante, tuttavia, è valutare l’atteggiamento della UE e delle successive peer review: è infatti evidente ad esempio che le relazioni della Repubblica Ceca, se non dovessero modificarsi nella versione dicembrina, sarebbero del tutto insufficienti comparate con quelle della Slovenia, e la UE non può e non dovrebbe in quel caso ritenere gli stress test superati.
Prima ancora che costituire una valutazione sulla sicurezza dell’energia nucleare in Europa, questi test permetteranno di comprendere l’atteggiamento delle autorità europee verso il business dell’atomo e capire se questa procedura di stress test avrà un reale valore conoscitivo e operativo sul futuro energetico del continente oppure sarà stata solo un proforma per calmare gli animi della popolazione dopo Fukushima e l’ennesima prova di inconsistenza politica dell’Europa unita.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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